Grandi rischi, processo… senza audio
L’Aquila – 70 LE PARTI CIVILI AMMESSE DAL GIUDICE BILLI (foto) – PROSSIMA UDIENZA 1 OTTOBRE – IL PROCESSO ANDRA’ AVANTI A TAPPE FORZATE – (Fotoservizio InAbruzzo.com) – – (aggiornamento) – Processo sordo: nell’aula destinata al processo Grandi Rischi, iniziato questa mattina, non si sente assolutamente nulla: voci spente e ambiente assolutamente non acustico, niente microfoni e altoparlanti. I cittadini, evidentemente, come i giornalisti, non hanno diritto di seguire il dibattimento. Un’imprevidenza dannosa e fastidiosa. Comunque si va avanti.
Sono circa 70 le parti civili, cioe’ quelle che hanno diritto al risarcimento danni, ammesse al processo a carico della Commissione grandi Rischi, che vede alla sbarra sette imputati, dei quali presente oggi solo il prof. Bernardo De Bernardinis, che è originario di Ofena. Come abruzzese, ha detto, volevo esserci. La dignità di chi non si assenta di fronte al giudice, come hanno fatto gli altri sei imputati, dichiarati contumaci.
Esclusi, invece, dal giudice del Tribunale dell’Aquila, Marco Billi, il Codacons e l’associazione Codici, bocciati gia’ nella fase dell’udienza preliminare. Dopo la parte dedicata all’ammissione o ricusazione delle parti civili, rinvio a sabato primo ottobre alle 9 per ammissione delle prove e sentire i testi del pubblico ministero nell’ambito del processo contro i sette membri della Commissione Grandi Rischia. “Non prendete appuntamenti per il pomeriggio, lavoriamo dall’alba al tramonto, alle 19 ce ne andiamo”. Ma il giudice non ha escluso eventuali udienze, se necessarie anche di domenica. “Non voglio che il processo duri due anni. Ci sono 300 testimoni da sentire, ad una udienza al mese, ci metto piu’ di due anni, questo non lo posso e non lo voglio fare”.
Il processo nei riguardi dei sette imputati, non verra’ accorpato ad un altro filone d’inchiesta analogo. Lo ha deciso stamane il giudice Marco Billi, rigettando questa richiesta avanzata dagli avvocati difensori di tutti gli imputati. Per una delle parti civili, il dr. Massimo Cinque, le responsabilità non solo soltanto della Commissione, promanazione diretta del Governo, ma sussistono a livelli sia più alti che più bassi, e vanno additate anche a livello cittadino. Una tesi amara, scottante, in un processo che, per ora, mette sotto accusa solo la Commissione.
Il processo è seguito da mass media stranieri (incluse BBC ed emittenti orientali e scandinave), molti cronisti europei, non moltissimi italiani. Quello che non debba trattarsi di un processo alla scienza, ma per mancato allarme da parte di un organismo scientifico preposto alla valutazione dei grandi rischi, è un concetto difficile da digerire, che sembra aver attirato – fino ad oggi – più l’attenzione della stampa straniera, che di quella italiana.
Non c'è ancora nessun commento.