Carbone: “Sì ad area metropolitana”
Chieti – Scrive Alessandro Carbone, capogruppo FLI: “L’area metropolitana Chieti – Pescara deve essere vista come una opportunità per la riduzione dei costi della nostra società. L’azione strategica richiede di operare a scale diverse.
• A SCALA GLOBALE, occorre sostenere l’accessibilità a mercati lontani, a sistemi specializzati di informazione, ai luoghi alti della produzione culturale, per interscambi nelle due direzioni. Gli attori locali devono essere facilitati nella possibilità di partecipare a reti internazionali di cooperazione economica, scientifica e culturale, e a loro volta impegnarsi prioritariamente a sviluppare queste partecipazioni; è parte dallo stesso obiettivo l’accesso, concordato fra attori pubblici e privati, locali e esterni, a programmi di sviluppo previsti e finanziati da organismi internazionali, in particolare l’Unione Europea.
In generale, le città oggi si dotano in questo modo di una “politica estera”, e dei mezzi per realizzarla.
• A SCALA REGIONALE, è necessario estendere le funzioni organizzative e di
promozione del territorio.
Le possibilità di un successo comune dipendono dall’attivazione dell’area nel suo insieme, secondo le sue vocazioni; la realizzazione di infrastrutture per lo sviluppo, la localizzazione di università, centri intermodali, aeroporti, ospedali.
• A SCALA LOCALE sono definite le principali azioni del Piano. La cura continua
della città e la capacità di individuare obiettivi condivisi da attori pubblici
e privati per investimenti di lungo periodo è l’obiettivo strategico fondamentale.
Con una avvertenza: che ormai le città alle quali bisogna riferirsi
sono ampie aree metropolitane, che devono trovare loro modi di pensarsi e
organizzarsi nel rispetto delle diverse comunità locali. Questo già avviene in
tutto il mondo.
Il ruolo dell’area metropolitana Chieti Pescara è favorita dalla sua localizzazione geografica, all’incrocio di importanti assi di sviluppo e corridoi di traffico. La posizione favorevole si accompagna a una attiva partecipazione a reti di cooperazione con altre città in ambito istituzionale, economico e universitario.
Un piano strategico non è l’elenco delle richieste che una comunità rivolge alle
amministrazioni; non è neppure un libro dei sogni; è invece una specie di patto
tra tutti coloro che hanno responsabilità per un percorso di sviluppo riconosciuto come condivisibile e possibile, al quale ritenersi impegnati, ognuno per la sua parte.
Una forte partecipazione diretta della comunità cittadina alla costruzione del
Piano è la chiave di volta di un progetto che mira non soltanto a delineare un
preciso obiettivo, ma ad incanalare in quella direzione risorse umane ed economiche.
Il confronto, anche conflittuale, dei valori e degli interessi di tutti, è necessario
per un progetto capace di reggersi.
Dobbiamo prenderne coscienza e selezionare ciò che può essere investito oggi in nuove imprese. È venuto infatti il momento di elaborare una nuova visione per il futuro dell’area metropolitana Chieti- Pescara.
Troviamo che a quella radice si collegano le tradizioni umanistiche, giuridiche, teologiche, scientifiche delle Università, i musei e le istituzioni musicali, l’articolato mondo delle professioni liberali e del commercio, l’alta tradizione medica e ospedaliera, le grandi esperienze di religiosità sociale, le biblioteche, le case editrici, e i mille fili che legano questi mondi pubblici e privati ai corrispondenti punti di eccellenza nel mondo.
Migliorare le infrastrutture di trasporto e di comunicazione è decisivo per il futuro della città. È però anche cruciale stabilire relazioni sistematiche per la cooperazione con altre città e regioni complementari, per competere meglio sui
mercati mondiali.
È importante inoltre una attenta opera di sostegno dei soggetti impegnati nella
realizzazione delle azioni, perché queste procedano in parallelo e in tempi sicuri.
E’ necessario a questo punto focalizzarsi su tre obiettivi:
1. sviluppare reti di cooperazione internazionale;
2. favorire l’accesso a Chieti;
3. migliorare la mobilità interna.
La capacità di competere sul piano internazionale non dipende solo dalla
somma delle iniziative compiute dai tanti soggetti, ma anche dalla capacità di sviluppare forti interconnessioni all’interno per migliorare i flussi di informazione, creare sinergie e comportamenti di emulazione e cooperazione di tipo positivo e autorafforzante. Si tratta di sentirsi bene insieme per affrontare meglio, cioè come sistema urbano coeso, il mondo esterno.
L’obiettivo prevede di migliorare in modo significativo l’accessibilità
all’area Chieti- Pescara, in modo da aumentarne il vantaggio competitivo offerto rispetto ad altre aree urbane limitrofe. Il raggiungimento di questo obiettivo è la base per lo sviluppo economico e sociale di questo territorio. Si tratta di una condizione indispensabile per l’attuazione del Piano strategico nel suo complesso e in particolare per le relazioni economiche internazionali, la promozione di eventi di grande richiamo, la scelta dell’area metropolitana Chieti –Pescara per localizzarvi enti e aziende di eccellenza, la creazione e valorizzazione di opportunità di respiro internazionale.
Inoltre è necessario Migliorare la mobilità interna
L’obiettivo è rispondere in modo adeguato alla domanda di mobilità interna,
presente e futura. Occorre garantire condizioni di mobilità favorevoli alla valorizzazione dei vantaggi localizzativi offerti dall’area, realizzando la migliore
integrazione con le previsioni degli strumenti urbanistici. Le azioni proposte consistono nel potenziamento, ai diversi livelli, del sistema di trasporto collettivo in sede fissa, nel miglioramento della qualità dei servizi per la mobilità, nella realizzazione di condizioni di agevole accesso alle differenti funzioni della città e al loro contesto urbano e territoriale.
Un punto su cui insistere dovrebbe essere quello di creare nuove forme di governance.
Nell’area metropolitana Chieti Pescara esistono già strutture consortili o aziendali che operano su scala metropolitana per politiche settoriali, anche se con ripartizioni geografiche non coincidenti (turismo, servizi idrici, politiche culturali,gestione rifiuti). Quello che manca è una sede stabile e generale di cooperazione e di indirizzo. Alla luce di esperienze già avviate da altre città
italiane (Bologna, Firenze, Roma), il Piano individua come strumento utile la
costituzione di una Conferenza Metropolitana, formata dai Comuni interessati
e dalle province di Chieti-Pescara. La Conferenza può nascere a seguito della
sottoscrizione di un protocollo di intesa da parte degli enti locali che intendono
volontariamente prendervi parte.
In una prima fase, la Conferenza avrà esclusivamente poteri di indirizzo, ma
è possibile prevedere che i Comuni e la Provincia deleghino ad essa alcune
loro competenze. Questo passaggio potrebbe essere sancito da una legge regionale dopo l’avvio e il primo consolidamento dell’esperienza.
Il secondo punto su cui focalizzarsi è il costruire servizi per l’area metropolitana
Gli strumenti istituzionali di carattere generale indicati nell’obiettivo precedente
vanno affiancati da strumenti di intervento settoriali sotto il controllo e la responsabilità della Conferenza Metropolitana. A regime si può immaginare
che attorno alla Conferenza Metropolitana ruotino una serie di agenzie specializzate con il compito di governare specifiche politiche o di gestire
specifici servizi su scala metropolitana. Alcune di queste agenzie esistono
già: potranno essere ridefinite e razionalizzate, altre potranno essere istituite.
Tra quelle che attualmente mancano e che sicuramente sono necessarie, è stata individuata l’Agenzia per i trasporti. Si tratta di un’ipotesi ormai matura
che prefigura uno strumento di governo essenziale in un settore strategico.
Per concludere a questo punto diventa fondamentale sviluppare formazione e ricerca come risorse strategiche:
Si calcola che oggi la conoscenza in un settore strategico raddoppi ogni quattro
anni. È un dato che fa riflettere sulla vera priorità della società di domani: produrre nuova conoscenza in campi diversi, trasmetterla e diffonderla, introdurla nelle applicazioni economiche, fare questo con convinzione e larghezza di mezzi è diventato un imperativo cruciale per tenere il passo con i tempi. Lo sviluppo economico, in particolare, diventa sempre più dipendente dalla capacità produttiva di servizi legati a conoscenze, processi e innovazioni che solo un florido ambiente di formazione e ricerca può produrre. Le città che non si muoveranno in questa direzione conteranno sempre di meno, saranno viste come luoghi da cui andare via piuttosto che luoghi in cui trasferirsi. Mettere in cantiere iniziative in questo campo significa lavorare per assicurare a Chieti una posizione solida nel contesto di competizione internazionale.
La linea strategica si articola in tre obiettivi:
1. potenziare un polo universitario di livello e attrattività internazionale;
2. favorire lo sviluppo della ricerca in connessione con le iniziative economiche;
3. promuovere la formazione professionale e l’integrazione
formazione- lavoro.
E’ necessario quindi promuovere l’imprenditorialità e l’occupazione
Il sistema economico dell’area metropolitana Chieti -Pescara da tempo richiede, da un lato, una particolare attenzione al sostegno dell’imprenditorialità esistente e alla creazione di un clima economico favorevole alla nascita e alla crescita di nuovi soggetti imprenditoriali. Dall’altro lato, il Piano deve sottolineare l’esigenza che le nuove iniziative diano anche risposta al bisogno di occupazione, in particolare dei giovani.
Lo sviluppo del potenziale innovativo è condizione necessaria per un’area
che intende far valere la propria cultura tecnico-industriale in una prospettiva
di riqualificazione e ammodernamento del tessuto produttivo.
Per creare condizioni favorevoli allo sviluppo di nuova imprenditorialità
e promuovere lo sviluppo locale e le politiche attive per il lavoro.
La soluzione del problema della disoccupazione investe scelte che interessano
direttamente la politica economica e la politica industriale. Anche a livello locale, tuttavia è possibile contribuire alla soluzione di questo problema mediante azioni concertate, dirette a promuovere quegli investimenti che
producono effetti significativi sull’occupazione.
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