Il Comune? E’ del Comune


L’Aquila – CI SONO VOLUTI PERO’ 150 ANNI PER STABILIRLO – Palazzo Margherita, sede della Municipalità fino al 6 aprile 2009, è definitivamente di proprietà del Comune. Lo ha stabilito la Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione, che ha rigettato il ricorso della Provincia dell’Aquila, che rivendicava la proprietà dell’edificio. Si è dunque chiuso un contenzioso tra i due enti, durato oltre 150 anni, dopo una causa civile durata 37 anni.
I lavori di sistemazione dell’immobile, già sede del Capitano Regio, destinato a essere residenza della Duchessa Margherita d’Austria, figlia naturale dell’Imperatore Carlo V, nominata governatrice dell’ Aquila dal Re Filippo II, suo fratellastro, furono appaltati dall’amministrazione civica nel 1573, che volle così attuare il progetto dell’ Architetto Giovanni Pico.
Ed è stato questo uno degli elementi fondamentali su cui l’Avvocatura Comunale ha fatto perno per far valere le ragioni della Municipalità contro la Provincia, che, pretendendo la consegna dell’edificio, avviò nel 1974 il giudizio, dopo che il Comune aveva spostato proprio nello storico edificio la sua sede principale. In realtà primi contrasti tra i due enti risalivano al 1838, anno in cui la Provincia finanziò i lavori necessari per adibire lo storico edificio a palazzo di Giustizia (più precisamente, a sede della Gran Corte Civile e Criminale competente per i Tre Abruzzi). Gli uffici giudiziari sono rimasti lì fino ai primi anni ’70, quando vennero trasferiti nella nuova sede, sempre di proprietà comunale, di via XX settembre. Subito dopo che il Comune ebbe recuperato il palazzo come propria sede ufficiale, la Provincia dette avvio alla vicenda giudiziaria, nel corso della quale, il Tribunale sentenziò, nel 1983, in favore della Provincia, condannando il Comune allo sgombero dell’ edificio.
L’ appello del Comune, rappresentato anche in primo grado dall’ avvvocato Egidio D’ Angelo, al quale nel corso del tempo sono succeduti gli avvocati Luciano Torelli e, da ultimo, Domenico de Nardis, ha indotto la Corte d’Appello, con la sentenza del 2005, a ribaltare la sentenza primo grado, assegnando Palazzo Margherita all’amministrazione civica. La Corte di Cassazione ha ora confermato in maniera definitiva quella decisione.
Lesionato in modo molto grave dal terremoto del 6 aprile 2009, Palazzo Margherita è stato oggetto di un accurato studio e di un progetto di restauro da parte del dipartimento di Ingegneria delle Strutture, delle Acque e del Territorio dell’Università dell’Aquila, che si è avvalso delle tecnologie più innovative sia nella fase di analisi strutturale dell’edificio, che di progettazione tecnica basata sui più moderni criteri antisismici. Il costo stimato per il suo recupero è di circa 12 milioni di euro, di cui 5 già messi a disposizione da Federcasse-Banca di Credito Cooperativo.
“Prendo atto con estrema soddisfazione della decisione della Corte di Cassazione – ha dichiarato il Sindaco Massimo Cialente – consapevole che sarebbe stato terribile se, a un certo punto, la storica Casa degli Aquilani si fosse trovata a perdere questo connotato. Questa sentenza conferisce una spinta ancora più marcata al programma dell’amministrazione comunale, che ha stabilito che Palazzo Margherita sarà uno dei primissimi edifici a essere ricostruito, indicandolo come il simbolo della ricostruzione del centro storico della città”.
(Ndr) – La notizia ha un sicuro significato storico per la città, pur non stimolando nemmeno un po’ l’interesse dei cittadini, tanto più che il palazzo contesto è… del terremoto: è fortemente danneggiato e dovrà, chi sa quando e chi sa a quali costi stellari, essere rimesso in piedi e in sicurezza.
Restiamo allora tra la gente comune, tra i cittadini, i quali si chiedono: tanto tempo e tante intelligenze potevano essere utilizzati per qualcosa di più utile alla città. Se avessero senno, i due enti avrebbero raggiunto un accordo già da decenni. Se la politica fosse più vicina alla realtà e meno alle astruserie da azzeccagarbugli e da raccoglitori di scartoffie polverose e inutili, avrebbe usato 150 anni (e in particolare gli ultimi 37) in qualcosa di più produttivo e realisticamente corrispondente con gli interessi dei cittadini. E speriamo che questa annosa storia sia finita per sempre. Il Comune si riprenda il suo rudere, il suo mucchio di macerie.


18 Settembre 2011

Categoria : Cronaca
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