Da oggi l’aumento dell’IVA, molti si sono aggiornati in fretta e con solerzia


PIU’ CARI SOLO I BENI NON ALIMENTARI, MA CHI SA… – (Immagine apdurazno.blogsport.com) – Pigramente, parte l’aumento dell’IVA dal 20 al 21%. Non tutti lo sapevano, non tutti ci avevano pensato, ma i soldi lo Stato li prende subito, quando li pretende. Solve et repete, un principio mai tramontato.
Com’è andata la prima mattina con la superIVA? Abbiamo verificato prima di tutto alle Poste, dove l’aumento viene rigorosamente applicato su ogni tariffa, e qualche impiegato più gentile degli altri avverte gli utenti. Benzina, aumenti subito, ci mancherebbe altro, e andando a fare i conti (ma chi lo fa?), si trova certamente che l’aumento non corrisponde all’1% in più dell’imposta, ma è … arrotondato. Abbiamo poi verificato presso una ditta che svolge un lavoro molto… conteporaneo: installa antenne per Internet dove manca la copertura. L’aumento è già in atto e gli utenti sono stati avvertiti.
Nei bar e nei negozi non pare vi siano rincari. La grande distribuzione si è impegnata a non praticarli: può assorbire la “botta” fiscale senza farla pesare sui consumatori. Non sarà così, forse, nella piccola distribuzione. Vestiti, scarpe e altri generi di consumo aumenteranno, ma difficilmente il cittadino se ne accorgerà: è avvezzo ad aumenti e fluttuazioni continue dei prezzi. La gente? Certo non è contenta, e in tanti non realizzano ancora la situazione. Poi si lamenteranno, ma, diciamo pure che lo avrebbero fatto comunque.
In questo paese non mancano certo i motivi per lamentarsi, sempre a ragione.
A livello nazionale, mani al portafogli, lo sapevamo, è vero, ma fa sempre male ricordarselo quando arriva il momento. Dalle auto alle scarpe, dalle tv ai cellulari, dalle borse ai tappeti: da oggi con l’entrata in vigore della manovra, scatta l’aumento dell’aliquota Iva dal 20 al 21% e tutta una serie di prodotti rischiano di subire rincari. Il passaggio dal 20% al 21%, secondo le associazioni dei consumatori, non incidera’ sulla spesa dei beni di prima necessita’, come gli alimentari e le bevande, la sanita’, l’istruzione, l’abitazione, tutti beni ai quali si applica l’Iva al 10% o al 4%, o non si applica affatto. Diverso, invece, il discorso per tutti quei beni non alimentari, ai quali, invece, si applichera’ l’Iva al 21%. Quindi nessun rincaro in vista per pane, pasta, latte, carne, pomodori e giornali, tutti prodotti di largo consumo con Iva al 4%. Ne’ per i biglietti del teatro, del canone Rai o per le tariffe dell’elettricita’: servizi con Iva al 10%. L’Iva aumentera’ invece per: i prodotti per l’igiene personale e della casa; i casalinghi; le automobili e gli accessori auto, i ciclomotori; l’abbigliamento, le calzature e la pelletteria; gli accessori inclusi gli occhiali da sole; la bigiotteria, i gioielli e gli orologi; i tappeti e i tessili per la casa; frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, piccoli elettrodomestici per la casa; i telefoni e gli apparecchi hi-fi; i cd musicali e video; cartoleria e giocattoli; articoli sportivi. Rischiano di diventare piu’ cari anche palestre, piscine, parchi giochi e servizi per animazione delle feste. Cosi’ come estetista, barbiere e parrucchiere; servizi di telefonia, Internet, e la TV a pagamento. Ma anche le parcelle di avvocati, commercialisti e notai potrebbero diventare piu’ salate cosi’ come il conto di idraulici, elettricisti e ditte di ristrutturazione. Gli aumenti sui singoli prodotti non dovrebbero essere pesanti ma secondo la Cgia di Mestre le famiglie sborseranno in media 92 euro in piu’ all’anno. Di questi, 32 euro saranno in capo per la spesa dei trasporti (aumento carburanti, acquisto mezzi di trasporto, ticket per bus/treni e voli aerei); 18 euro per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici e per l’abbigliamento e le calzature; 12 euro verranno spesi in piu’ per altri beni e servizi (effetti personali, servizi ai minori e agli anziani, assicurazioni, cura della persona, etc.); 6 euro per la spesa per le comunicazioni (servizi postali, apparecchi telefonici, servizi di telefonia); 5 euro per i giochi, la cultura e il tempo libero (articoli sportivi, cinema, teatro, pacchetti vacanze, etc.). In termini assoluti, l’incidenza attuale dell’Iva(di tutte e tre le aliquote) sulla spesa media annua e’ di oltre 2.800 euro su un totale di spesa di 27.857 euro: con il nuovo incremento si arrivera’, quindi, secondo gli artigiani di Mestre, a una spesa annua media familiare di poco superiore ai 27.900 euro.


17 Settembre 2011

Categoria : Economia
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