IdV su sedi Enit e turismo
L’Aquila – “Di Dalmazio faccia riaprire i siti esteri dell’Enit, per il bene del turismo regionale”. E’ quanto chiede il consigliere regionale Cesare D’Alessandro (IdV), nell’interrogazione rivolta all’assessore al Turismo e al presidente della Regione, dopo aver accertato che dal mese di giugno 2011, gli stranieri che volessero scegliere l’Abruzzo per trascorrere le proprie vacanze, non possono piu’ farlo utilizzando i siti internet all’estero dell’ENIT (Ente Nazionale Italiano per il Turismo) perche’ chiusi. “Attraverso questi siti, ‘cliccatissimi’ – dice D’Alessandro – fino a qualche mese fa, gli stranieri si informavano sull’offerta turistica delle singole regioni italiane da visitare, potendo da li’ collegarsi direttamente ai siti regionali ricchi di informazioni dettagliate e precise, ma soprattutto aggiornate. C’e’ da dire, in particolare, che i numerosi siti turistici dell’Abruzzo offrono una buona panoramica su itinerari turistici e offerte ricettive. Purtroppo – dichiara il consigliere dell’IdV – i siti esteri dell’ENIT (in particolare: francese, tedesco, svizzero e austriaco) sono stati chiusi per far largo al cosiddetto portale dei portali ‘www.italia.it’ creato due anni or sono su indicazione del Ministro Brambilla e che oggi non e’ visto praticamente da nessuno, a causa della carenza di informazioni e degli strafalcioni riportati”. Da rilevazioni molto attendibili risulta che il sito “www.italia.it” del Ministero del Turismo sarebbe tra i meno consultati d’Europa, figurando al 28esmo posto tra i 36 siti ministeriali di tutto il vecchio Continente. E’ anche un sito tra i meno tradotti (solo 5 lingue, mentre il sito tedesco e’ tradotto in 26 lingue, quello spagnolo in 31, quelli svizzero ed austriaco in 25, quello inglese in 23 e via discorrendo). “Poiche’ l’assessore al Turismo, Di Dalmazio, e’ anche vice presidente dell’ENIT, mentre e’ ben noto che il presidente Chiodi segue con estrema attenzione e competenza i destini dell’ENIT, ho interrogato entrambi per conoscere quali iniziative intendano assumere allo scopo di consentire la riapertura dei siti internet chiusi per compiacere la signora Brambilla, fortunatamente alla guida di un Ministero senza portafoglio. Potrebbe anche darsi il caso – conclude Cesare D’Alessandro – di verificare l’eventuale danno erariale sofferto dai contribuenti, italiani ed abruzzesi, per lo sperpero di denaro pubblico destinato a un progetto inefficace quanto costoso”.
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