COSPA, esposto su “mucca pazza”
Ofena – Il Cospa Abruzzo di Dino Rossi, dopo l’ultimo caso di “mucca pazza”, ha inviato un esposto alla Procura di Reggio Emilia: “Oggetto: esposto vicenda mucca pazza dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia
Si è appreso dalla stampa di un novo caso di mucca pazza che ha colpito un signore di 78 anni di cui non si conoscono le generalità , ma comunque ricoverato e curato nell’ospedale riportato in oggetto.
Sono anni che si ripete sempre la stessa storia, in ogni luogo della Nazione adesso esce fuori un caso di mucca pazza, proprio ogni qualvolta il prezzo dei bovini vivi inizia a risalire. Questa volta è il turno di Reggio Emilia.
Oggi a distanza di anni, nonostante siano stati spesi milioni e milioni di euro, in fatto di analisi alle mucche morte in azienda e l’istituzione dell’anagrafe bovina, viene fuori un’latra notizia di un possibile altro caso di mucca pazza. Tutti casi sospetti che poi non vengono smentiti o se lo fanno in maniera soft.
Innanzitutto, c’è da fare presente che nei tempi passati le persone con problemi neuorologici venivano curati con il Cronassial.
Il Cronassial, un medicinale estratto dal cervello bovino.
Bisogna tornare agli anni ’80, quando responsabile del servizio farmaceutico del Ministero della Sanità era Duilio Poggiolini, che venne registrato il Cronassial, un ganglioside estratto dal cervello bovino. Risulta, all’epoca, efficace nel trattamento di “neuropatie periferiche di natura dismetabolica o di altra origine anche decorrenti con manifestazioni infettive tossiche o traumatiche causate da malattie generali” e incontra un discreto successo commerciale. Nel 1983 l’Ufficio di sanità tedesco nega l’accesso al farmaco perché non risponde ad alcuni requisiti farmacologici e c’è il rischio che provochi effetti dannosi. Nel 1986 viene comunque approvato, ma già due anni dopo un neurologo tedesco denuncia cinque casi di pazienti curati con il Cronassial che hanno sviluppato la sindrome di Guillain-Barrè-Strohl, una malattia neurologica gravissima potenzialmente letale. Solo dopo diversi anni, nel 1993, anche in Italia viene vietato dal ministro Raffaele Costa, nello stesso periodo in Inghilterra si verificano in 17 pazienti danni attribuibili al farmaco, e scoppia il caso della mucca pazza e della sua variante umana. Il Cronassial è un estratto dal cervello bovino, e l’incubazione di questa malattia va da un anno a 35, pertanto anche se il farmaco viene definitivamente ritirato dal mercato mondiale, migliaia di persone rimangono con un atroce dubbio, tuttora non risolto.
Tutti ricordiamo di Poggiolini e i soldi che aveva sotto il divano ed il suo tesoretto: che non sia frutto delle tangenti pagate dalla ditta italiana che produceva il Cronassial?
A noi del Cospa Abruzzo, (Comitato Spontaneo Allevatori), ci sorge il dubbio che tutte queste notizie vengono diffuse ad arte per favorire qualcuno dei grandi imprenditori dalla carne bovina.
Con la scusa della mucca pazza, il prezzo alla stalla crolla, i bovini comunque devono essere abbattuti, in quanto gli allevatori andrebbero ancora a rimetterci economicamente tenendo i vitelli oltre il tempo necessario per la macellazione, per non parlare delle mucche fine carriera, quelle, ce le pagano quattro soldi
Pensiamo che tutto quello che il Cronassial ha causato, qualcuno vuole far ricadere le colpe sugli allevamenti, qualche dirigente di qualche Ministero che conosce bene come stanno le cose ed è in grado di diffondere notizie false per agevolare qualche venditore di carne bovina in cambio di biglietti verdi.
A questo punto chiediamo a questa spettabile Procura:
1. di verificare le cause che hanno creato il decesso del paziente ricoverato presso l’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.
2. Se non è stato il morbo della mucca pazza a causare la morte dell’uomo: per quale motivo è stato diffusa la notizia prima del risultato dell’autopsia.
3. Se il paziente è stato curato in precedenza con il Cronassial
4. Se invece a causare la morte di codesto paziente è attribuito al consumo di carne bovina trovare i responsabili di ha autorizzato a fare i mangimi con le farine animali.
5. Al contrario, se non esistono capi d’accusa di cui sopra si chiede di far luce a chi diffonde notizie false e tendenziose atto a creare allarmismo tra i consumatori, a discapito di chi lavora onestamente, favorendo altri che ne traggono profitto.
Alla luce di quanto sopra e stante alla situazione di mercato in cui versa la carne bovina pagata alla stalla, si confida in vostro tempestivo e attento vaglio da parte dei Preposti alla tutela della pubblica incolumità ed una verifica su tutta la vicenda mucca pazza che ha creato allarmismo in tutta la nazione.
Si resta a disposizione per ogni tipo di collaborazione da parete di questa associazione e nel contempo si chiede di essere informati in caso di archiviazione”.
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