Crollo prefettura, dissequestro edificio
L’Aquila – IL PALAZZO CHE HA SIMBOLEGGIATO IL CROLLO DELLA CITTA’ – La sezione di polizia giudiziaria dei vigili del fuoco ha dissequestrato nei giorni scorsi il palazzo ex sede della Prefettura, uno dei primi a crollare a seguito del devastante sisma del 6 aprile del 2009 e per questo e’ diventato uno dei simboli del sisma. L’atto di polizia giudiziaria, relativo al palazzo in cui non ci sono state vittime, fa seguito all’archiviazione disposta dal Gip, nell’ambito delle indagini sulla maxi inchiesta degli edifici pubblici e privati. Quattro giorni prima dell’evento catastrofico, il Prefetto Aurelio Cozzani, era andato in pensione, non dimorava piu’ nell’abitazione privata che aveva sede proprio al secondo piano del palazzo della prefettura. Il nuovo prefetto, Gabrielli, non era ancora arrivato. Dopo l’ultima allarmante scossa di terremoto registrata poche ore prima del disastro, il vice prefetto vicario aveva disposto il trasferimento del servizio di centralino della Prefettura (che funziona anche di notte per le emergenze di Protezione civile e per il coordinamento di enti e forze di polizia) alla Questura. Soltanto il corpo di guardia era rimasto a presidiare il malfermo palazzo ma, sempre su disposizione della Prefettura, la sera che avrebbe anticipato il terribile sisma, era stato chiesto all’agente della Polizia di fare la sorveglianza all’esterno del palazzo. Gesto che inizialmente aveva consentito di salvare due vite umane, quella del centralinista e del corpo di guardia. Ma Massimo Calvitti, il centralinista, tornato a casa per accudire la moglie che non stava bene, mori’ poco dopo per il crollo della sua abitazione a San Gregorio.
Il palazzo della prefettura era tra gli edifici indicati come esposti a forte rischio in caso di sismi rilevanti, insieme con molti altri, elencati in documenti ufficiali risalenti a diversi anni prima del 2009. Ma nessuno aveva mai pensato a quello che sarebbe potuto accadere, magari durante una delle affollate riunioni che vi si tenevano, specie nel salone ornato da un celebre dipinto del Patini. Nell’edificio si teneva normalmente anche il consiglio provinciale. Proprio per ospitarlo più decorosamente, erano stati eseguiti un paio di anni prima del 2009 importanti lavori di restauro della sala con il Patini, un’enorme opera appesa ad uno dei muri del sontuoso salone assembleare. Per tutti, a L’Aquila ma anche in Regione, il terremoto era un’eventualità da non tenere in alcun conto. Nonostante la sua storica periodicità e l’intenso sciame sismico cominciato dal dicembre 2008, che culminò con il disastro del 6 aprile 2009.
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