Elezioni, primarie e così sia?


L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – (Foto nel testo: Vittorini, Piccone, Cialente) – Bazzicando il panorama delle notizie o dicerie politiche che circolano, spesso forzatamente, spesso spontaneamente, pare di poter dedurre – al momento – che le primarie risultano gradite a tutti. Parliamo del livello politico, non di quello dei candidati, che in molti casi masticano amaro al solo pensiero di doversi confrontare con i cittadini prima ancora che si aprano le urne. Cioè, appunto, nelle primarie.
LCV – Due cose sembrano chiare a tutti. La prima è semplice: per ora c’è una sola posizione chiara e un solo candidato sindaco che abbia un background tutto suo, del tutto nuovo: Vincenzo Vittorini (foto) con lo schieramento L’Aquila che Vogliamo, LCV. Vittorini ci ha messo la faccia fin dal 23 luglio scorso, parlando chiaramente ed esponendo i nove punti essenziali del suo programma, condiviso (senza correnti…) da coloro che si schierano con lui. LCV ha un candidato, e tutti sanno chi è da un mese e mezzo.
GLI ALTRI – Le altre forze in campo hanno ridimostrato ciò che si sapeva, e niente altro: una gran voglia, un appetito bulimico di conquistare il Comune dell’Aquila, e perchè no anche quello di Avezzano. Per farlo, non sanno… cosa fare. I candidati che si arruffano nell’ombra, si accalcano in silenzio (come in una lotta tra insetti), le sparano per depistare o scelgono di restare muti, lasciando trapelare intenzioni recondite in frasi sibilline regalate a chi li interroga.
I PARTITI – Tutto ciò appartiene al mondo della competizione tra persone. In quello che conta, cioè i partiti, le parole più chiare le ha dette il capo del PdL, Filippo Piccone(foto): “Niente decisioni romane, decidiamo noi e chi aspira passerà attraverso la strettoia delle primarie”. Il senatore non le manda a dire. E ha l’aria di essere ben intenzionato a innaffiare i bollori e le ambizioni di chi, magari, preferirebbe l’unzione di potere, la designazione senza consultazione primaria. Gli unti del Signore, appunto, forse dovranno fare i conti con Piccone. Che tenero non sembra essere, ben determinato invece sì.

 
CONFUSIONE – A sinistra, come da qualche anno accade, le idee toccano l’acme della confusione, e spesso non sono neppure idee. Ma, tutto sommato, le primarie sono – in Abruzzo – un metodo che la sinistra ha scelto anche in passato, e quindi sembra esserle congeniale, assimilato, digerito. Lo stesso Massimo Cialente (foto) fu pescato nel novero di alcuni nomi, proprio tramite primarie. Sì’, quel Cialente che per ora dice e non dice, e ricorre all’enfasi già sfoderata nei mesi scorsi: “Se dò fastidio, mi metto da parte…”.
PRIMARIELLE – Va ricordato, infine, che le primarie sono, per il metodo che si usa da queste parti, un abbozzo, una caricatura delle vere primarie anglosassoni. Sono primarielle, in cui in definitiva i nomi da dare in pasto alla gente (poca) che accetta di esprimersi, li ha sempre e comunque scelti il potere politico. Non è che il nome di vostra zia, del vostro vicino, oppure anche il vostro, figurerà mai in una vera lista per le primarie. Saranno due o tre nomi, schierati per farsi del male l’un l’altro, in un giochetto crudele al massacro per far fuori in meno amati dal regime. Una finzione all’italiana, una caricatura di democrazia. Noi, tutt’al più, dalle democrazie anglosassoni figlie di quella britannica originaria (USA, Canada, Australia, Nuova Zelanda e altri), prendiamo in prestito delle parole, così, tanto per far vedere. Spesso senza neppure sapere di cosa parliamo, perchè forti in storia, è noto, non siamo mai stati in questo paese senza memoria, senza padri, senza madri, e sovente anche senza dignità…


13 Settembre 2011

Categoria : Politica
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