Marchionne, la Sevel e l’Abruzzo


(di G.Col.) – Gentile dr. Marchionne, l’Italia e la Fiat le debbono molto. Lei è un manager con conclamati attributi, i risultati si vedono e si vedranno. Su questo nessun dubbio. Ma lei è anche un abruzzese doc, nato sotto la torre di S.Giustino nell’antica città miticamente di Enea. Sicuramente si è fatto da sè e si trova al suo posto perchè lo merita. Il sangue abruzzese avrà avuto, comunque, un ruolo nella sua vita di successo. Non crediamo che lo abbia dimenticato. Da uomo intelligente, si chiederà quanto il suo Gruppo deve all’Abruzzo. Se lo stabilimento Sevel va bene, produce, dà frutti e rappresenta un’isola felice nella tempestosa economia di questi anni, molto si deve alla sua guida, ma moltissimo anche agli abruzzesi che vi lavorano in 6.000, dando se stessi e le loro capacità.
Forse, se la Sevel si fosse trovata altrove, le cose non sarebbero andate come vanno: chi può dirlo?
Lei, dr. Marchionne, fa benissimo a bazzicare più il Canada che l’Italia, più il mondo esterno che quello interno. Potendolo fare, lo faremmo anche noi, perchè l’Italia diventa ogni giorno meno vivibile e salubre. Ma dell’Abruzzo non si dimentichi, non lo tratti come un qualsiasi altro sito produttivo. L’Abruzzo è speciale, lei lo sa. Quando la Sevel festeggeròà i 60 anni, fra 30 anni, si fermi un po’ di più e stringa qualche mano, senta qualche giornalista. Qualche domanda, qualche esigenza, qualche minuzia di umanità quotidiana. Scenda dal suo livello orbitale, magari per poco. Non leggerà questa piccola lettera da un piccolo sito abruzzese, ma speriamo che qualcuno gliela mostrerà in copia. Buon lavoro, a lei, ma anche agli abruzzesi.



12 Settembre 2011

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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