Festival chitarra, chiusura in bellezza
Scoppito – (di Carlo Di Stanislao) – Splendida performance del Quartetto Leonardo ieri sera, in occasione del terzo incontro della XVIII edizione del Festival Internazionale della chitarra, nella suggestiva abazia di S. Bartolomeo di Scoppito, con breve messaggio di apertura del sindaco Dante De Nuntiis, in cui si è ribaditala la volontà di quella amministrazione di incentrare il massimo sforzo e la più viva attenzione ad un ampio sviluppo culturale nel territorio, richiamando anche il fatto che, presto, alcuni servizi della’Istituto Cinematografico Lanterna Magica, sarà ivi accolti e trasferiti. Tornando al concerto, i maestri Agostino Valente, Massimo Felici, Alessandro Paris e Goran Listes, hanno emozionato il folto pubblico con un repertorio di brani classici e più popolari, con momenti di raro pathos nella esecuzione del “bestiario” leonardesco di Sollima e dei passaggi tratti dall’opera “Cammino du Sur”, scritta dal Bakalov tre anni, fa proprio per questa straordinaria formazione. La particolare coloritura dei pezzi e l’indubbia capacità interpretava e metrica dei protagonisti, ha creato un raro momento di armonia, dove regole complesse si sono tradotte in effetti particolarmente empatici e gradevoli. Il quartetto replicherà il concerto il 10 prossimo a Roseto degli Abruzzi, con inizio alle 21, presso la Villa Comunale, anticipando la chiusura del XVIII Festival, che si svolgerà invece, nello stesso luogo e con medesimo orario, il 13, con un concerto su arie napoletane, del maestro Goran Listes con la soprano Antonella Malis, di origine croata, proveniente da una famiglia di musicisti, che vive a Roma dal 1997, debuttando per la stagione operistica del Teatro Nazionale di Spalato, interpretando il ruolo della protagonista nell’operetta “Mala Floramye” dell’autore croato Ivo Tijardović e che, dal 2002, canta con il complesso da camera “Ensemble barocco croato”. Quest’ultimo evento dedicato alla canzone classica napoletana, del XIX-XX secolo, è stato realizzato in collaborazione con la Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli” ed il Comune di Roseto degli Abruzzi. Vale la pena qui ricordare, a volo d’uccello, che I canti greci, d’amore o satirici, politici o religiosi, mandavano in visibilio aristocrazia e popolo, specialmente se inseriti in rappresentazioni teatrali; quelli romani non furono da meno, se ascoltandoli – come scrive il Polidoro – “Tito Livio e Virgilio si erano sempre commossi”. E Napoli li assorbì con tanta passione e tanti ne creò, da venir considerata la città più musicale della Campania e più di Roma stessa, cosicché nell’anno 63 d. C. Nerone Imperatore ritenne confacente alla sua dignità l’esibirsi davanti ai napoletani accompagnandosi con la cetra (proprio in coincidenza per l’eruzione di Pompei ed Ercolano). Di quei canti non si hanno più segni se non, forse, attraverso le voci dei venditori, qualche brano di arie popolari antiche e i “canti a figliola”, le cui fioriture e melismi vi richiamano al canto fermo. La storia delle “arie” napoletane inizia nel duecento, ma assume il suo massimo sviluppo nell’800, periodo di spiriti inquieti e di grandi novità, anche musicali e canore. In quel particolare periodo (quello per interdici di “O sole mio”), i caffè facevano a gara per trasformarsi in sale e salette di trattenimento: una piccola pedana, un pianoforte, pochi strumenti, due o tre cantanti; ed è così che vediamo nascere i “caffè-chantants”. Napoli, negli ultimi due decenni dell’ ‘800, raggiunse il suo massimo splendore nell’arte, nella poesia e, per naturale riflesso, nella canzone che fu lanciata da Santojanni, Bideri, Izzo, Ricordi, con tatto, perizia ed abilità, quest’ultima aggiornata ai tempi che correvano. Si stamparono belle edizioni illustrate da autentici artisti e si organizzarono concorsi, spettacoli e audizioni. I cantanti pullulavano e il pubblico chiedeva di ascoltarli, senza pause. Questo il periodo al centro della scena per la coppia (collaudata ed alta) Listes.Malis, che, certamente, chiuderà in modo più che degno questa edizione di un Festival di crescente successo, a cui auguriamo un florido avvenire.
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