Una supernova legata a Chieti
Chieti – SCOPERTA DA GIOVANI RICERCATORI – (Nelle immagini affiancate due supernovae, i punti luminosi più piccoli) – Importante novità scientifica che porta la firma di Chieti, che dovrebbe essere l’orgoglio della città e dell’Abruzzo: una supernova. Ovvero una stella che sta morendo e irradia immani quantità di energia, diventando visibile anche da distanze enormi. Dalle supernovae sono giunti molti dei componenti del nostro mondo e dei nostri stessi corpi, elementi pesanti. Mamme della vita nel cosmo. La scoperta è importante, e suscita l’interesse del mondo scientifico, forse non ancora quello delle autorità abruzzesi, distratte da terrestri, banali problemi quotidiani di piccolo cabotaggio e modesto potere.
Il contributo e la pazienza dei giovani ricercatori – scrive l’AGI – nello scrutare ogni minima variazione si verifichi nella volta astrale ha portato gli astronomi ad identificare ‘PTF10ops’, una supernova di tipo Ia (SN Ia), la cui curva di luce e le cui proprieta’ spettrali pero’ sono inconsuete e mai osservate finora e per questo e’ ritenuta una novita’. Tra i giovani le cui osservazioni sono servite alla scoperta c’e’ Giovanni Iezzi di Chieti, un laureando del Dipartimento di Scienze che collabora con il prof. Francesco Stoppa – ordinario di Geochimica e Vulcanologia dell’universita’ ‘G.D’Annunzio’ di Chieti-Pescara – al monitoraggio della stazione di rilevamento elettromagnetico dei segnali premonitori dei terremoti che e’ attiva presso il laboratorio di Vulcanologia. La supernova PTF10ops – si legge in una nota del professor Stoppa – e’ probabilmente una stella molto vecchia e molto lontana, forse con una composizione povera in metalli, un fatto che ha influenzato il suo meccanismo di esplosione e il suo spettro molto particolare. Una domanda importante riguardo queste supernove inusuali come PTF10ops, e’ perche’ vengano scoperte sempre a grande distanze dalle galassie piu’ grandi e visibili e perche’ preferiscano stare in galassie ospiti molto deboli e quindi invisibili. Ancora non abbiamo una risposta ma piu’ interessante ancora e’ il fatto che questi oggetti molto antichi e lontani nel tempo e nello spazio sono in grado di darci preziose informazioni su un quesito fondamentale: quando, dove e come ha avuto origine l’universo. Il Sunday Times ha contattato Giovanni Iezzi per un’intervista dopo aver visto la notizia pubblicata dalla prestigiosa Royal Astronomical Society.
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