Casa studente, ADSU, Curia: “Cadono i veli”
L’Aquila – (di Enrico Perilli, consigliere comunale PRC, foto) – Il commissario Adsu Francesco D’Ascanio è stato nominato dalla Curia aquilana responsabile dei rapporti tra l’Istituto per il sostentamento del clero, che gestisce, tra le altre cose, il patrimonio immobiliare della Chiesa, e gli enti locali. La nomina risale al mese di luglio, anche se la notizia è trapelata solo da qualche giorno. Nonostante si tratti di un incarico pro tempore, che al momento impegna il commissario Adsu fino a fine dicembre, è chiaro che questa circostanza fa cadere il velo che finora ha coperto la vicenda della casa dello studente. Come si ricorderà, a seguito di un’interrogazione presentata in consiglio comunale da me e dal collega Giuseppe Bernardi, emerse che la struttura, realizzata con fondi pubblici della Regione Lombardia, era stata data in gestione dalla Regione Abruzzo a un privato, cioè la Curia aquilana, grazie a un atto notarile sottoscritto in maniera riservata tra le parti che contravveniva in maniera palese agli accordi precedenti.
La Casa dello Studente sorge infatti su terreni originariamente non edificabili e per i quali il consiglio comunale aveva votato una modifica di destinazione d’uso, proprio sulla base di un accordo di programma che sanciva il trasferimento della proprietà al Comune dell’Aquila, il quale, a sua volta, ne cedeva la gestione alla Regione Abruzzo, che l’avrebbe esercitata a sua volta attraverso l’Adsu (Azienda per il diritto allo studio universitario).
Un bene realizzato con fondi pubblici e che, sulla base degli accordi, doveva avere una gestione pubblica, viene dunque ora gestito in maniera privatistica, senza cioè la necessaria garanzia di una graduatoria, pubblica e trasparente, che privilegi gli studenti meritevoli e con basso reddito. Il tutto nel silenzio generale, senza che nessuno, a cominciare dall’Adsu, muovesse un dito per reclamare il rispetto degli accordi presi e dei diritti degli studenti.
Oggi la situazione si fa addirittura paradossale, con D’Ascanio che dovrà tutelare, insieme, gli interessi della Curia e quelli degli studenti universitari e che quindi da commissario Adsu dovrebbe rivendicare la gestione pubblica della Casa dello Studente e da incaricato della Curia per la tutela del proprio “sostentamento” deve invece difendere l’attuale gestione da parte della Chiesa. Un conflitto che appare davvero insanabile e che indubbiamente lascia aperte molte domande.
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