Ashby fino al 18 a Sulmona
Sulmona – (di Cristina Mosca) – “Thomas Ashby – Viaggi in Abruzzo 1901/1923” è un maestoso percorso di immagini in bianco e nero, curato dall’agenzia Ad.Venture e promosso dalla British Academy in Rome, cominciato a luglio a L’Aquila e proseguito a Pescara in agosto. Fino al 18 settembre la mostra sarà visitabile a Sulmona presso il Polo museale dell’Annunziata (tutti i giorni escluso il lunedì, dalle ore 9 alle 13 e dalle 15,30 alle 19,30): una tappa che ha già conquistato 1500 visitatori in due settimane, di cui 150 unità solo nel giorno di Ferragosto. Il 24 settembre verrà accolta a Chieti dal museo archeologico nazionale Villa Frigerj fino al 20 novembre, con il coinvolgimento partecipato del sovrintendente Andrea Pessina, e per l’occasione saranno editati nuovi materiali, con testi di Franco La Cecla, ed esposti album di appunti e la macchina fotografica originali di Ashby. Dal 26 novembre al 15 gennaio sarà infine il turno del museo civico “Savini” a Teramo, pensando già al ritorno a L’Aquila nel 2012.
Tutto inizia con una tesi di laurea di quindici anni fa, quella con cui Vienna Tordone concluse il suo corso di studi in Lettere e Filosofia presso l’Università d’Annunzio sotto la guida di Emanuela Fabbricotti, che lì insegnava archeologia e storia dell’arte greca e romana. In questa tesi venivano catalogati i siti visitati in Abruzzo dall’archeologo inglese Thomas Ashby, che è stato direttore della British School at Rome dal 1906 al 1925. Quel lavoro, approfondito, allargato e perfezionato, è diventato oggi una mostra di 133 immagini scattate da Ashby nei luoghi più impervi della nostra regione, completata con scatti delle sorelle Agnes e Dora Bulwer e di Peter Paul Mackey; nel catalogo della mostra sono custoditi anche gli scatti di George J. Pfeiffer, borsista presso l’American Academy in Rome nel 1902 e il 1903.
Perché andarla a visitare? Perché molti di questi luoghi, studiati da Ashby durante sei viaggi, sono adesso difficili da rintracciare. Come precisato dalla professoressa Emanuela Fabbricotti, «alcuni resti fotografati da Ashby sono ora scomparsi, altri documentano monumenti ignoti, altri ancora portati alla luce da recenti scavi testimoniano l’entità delle murature a volte appena visibili o l’appartenenza a edifici diversi da quelli ipotizzati». Immortalati in questi simulacri in bianco e nero e accompagnati da schede descrittive accuratamente compilate da Ashby vi sono feste popolari, volti rugosi, angoli impolverati di borghi montani e grandi centri abitati: da Ari a Cocullo, dalle Gole del Sagittario alla stessa Sulmona fino all’anfiteatro di Amiternum e a L’Aquila. Un’occasione per stupirsi ancora.
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