Delitto Rea: ora tocca a Ludovica
Teramo – Indagini sul delitto Rea senza pause. I magistrati della Procura di Teramo dovrebbero sentire, come persona sicuramente informata di diversi fatti riguardanti Salvatore Parolisi, l’amante del militare, la soldatessa Ludovica, un tempo discente di uso delle armi presso la caserma di Ascoli, dove docente istruttore era Parolisi. Unico uomo tra centinaia di donne, soldatesse “appizzutate”. Forse una scelta delle autorità militari non molto meditata. Qualsiasi uomo si sarebbe trovato sui carboni ardenti tra tante ragazze disinibite, almeno molte di loro. E qualsiasi uomo non sarebbe uscito indenne da una simile situazione, specie se aitante come Parolisi.
Cosa sarà chiesto a Ludovica? Di certo, dettagli che riguardano ciò che il soldato innamorato le diceva di sè e del suo rapporto, a quanto pare lesionato, con la moglie Melania. Che poi fu vittima sacrificale di un oscuro intreccio di violenza sanguinaria, trame, misteri ancora insoluti. Accoltellata come un agnello sull’altare di un antico sacrificio nel bosco presso Civitella del Tronto, dove fu trovata il 20 aprile scorso. Si dice, senza compiere una grande scoperta, che le truppe dei legali schierate chiederanno incidenti probatori, uno dei quali sul DNA (di Parolisi?) riscontrato sulle labbra di Melania. Un bacio, ma quando? A casa, nel bosco, sul luogo del delitto? Non è difficile trovare del DNA del partner sulle labbra di una donna. Forse un riscontro che non farà piena luce su nulla. L’attesa riguarda anche la decisione della Cassazione sulla richiesta di scarcerazione di Parolisi. Dovrebbe essere imminente. Ma per la Procura cambia poco: si va avanti nelle indagini. Scarcerato o no, Parolisi è un individuo che per i magistrati va processato.
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