Per i FAS ci vuole il superChiodi


(di G.Col.) – (Nell’immagine il Giudizio finale di Bosch) – I FAS (che sono soldi, pare per 612 milioni) sono al filo di partenza. Il CIPE (comitato interministeriale) fra un paio di settimane sparerà il colpo a salve che dà il via. Adesso ci vuole il superChiodi. Lo stesso che, una tantum d’intesa con Cialente, ha detto agli ingegneri: “Lavorate e smetettela di chiedere rinvii”. Gli ingegneri sono quei signori che, oberati da incarichi professionali a bizzeffe, in pratica tengono in mano la ricostruzione. Il presidente decisionista li ha messi all’angolo. Meno male che qualcuno decide di essere decisionista, in questo quadro doloroso che è il cratere sismico. Un dipinto di Hyeronimus Bosch.
Lo sia, il distinto presidente abruzzese, altrettanto con i FAS. Soldi subito e a chi ne è destinatario. Senza la indegna calca dei postulanti, dei piccoli boss di piccole zone, dei politici che vivono di promesse in cambio di voti (come negli anni Sessanta). Soldi come acqua sul terreno riarso dopo questi giorni di afa e calura. Soldi per riavviare questo Abruzzo sconocchiato e cigolante, sconnesso e smunto, che tende la mano e si strappa i capelli. Il superChiodi sia il paterno benedicente che elargisce, giustamente, un po’ di ossigeno. Che poi tanto poco non è: 612 milioni di euro sono 1.224 miliardi di antiche lire. Confidiamo nel superChiodi. Come in chiunque sappia, alla fine, alzare la voce e prendere decisioni. Qualche volta con con lo staffile in pugno. Un bastone d’avellana, tanto per essere dannunziani.



04 Settembre 2011

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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