Se il vicino è un cinghiale… mutante
Isola del Gran Sasso – La frazione di San Pietro di Isola ha poche decine di abitanti, e un gran numero di residenti-dimoranti, a quattro zampe e livrea di setole scure. Questi ultimi, vicini per forza degli abitanti umani, sono dei cinghiali. Tanti, e persino in mutazione. Un fenomeno non sroprendente, ma preoccuoante. I cinghiali vivono ormai a ridosso dell’area urbana, avvistano continuamente le persone, conoscono le loro abitudini e annusano i loro cibi. Si sono abituati all’uomo, nel senso che di lui se ne fregano: non lo temono più e, se serve ai loro scopi, lo aggrediscono anche. Ai microfoni del collega Umberto Braccili della Rai la gente non ha remore: sì, proprio così, aggrediscono le persone. Una donna anziana è stata quasi travolta, fatta cadere contro un’auto, che si è anche leggermente ammaccata. I cinghiali scorrazzano liberi, prepotenti, affamati, e in gran numero. Forse qualche esagerazione ci sarà nei racconti delle persone, ma di certo c’è che non vi vive bene con dei cinghiali per vicini di casa, che incontri ogni giorno, a tutte le ore. Presenze quanto meno ingombranti. Come sempre, suscita stupore che occorrono giornali e tv per rivelare situazioni del genere, e magari arrivare a qualche provvedimento concreto. Siamo in zona parco nazionale, è vero, ma non è possibile che la gente debba pentirsene. Il Parco, dicono a San Pietro, ha messo su una gabbia trappola per cinghiali: sta lì da tre anni, chiusa, dice la gente. Nessuno sa nulla di questa storia? Sindaco, Provincia di Teramo, prefettura, carabinieri, ente Parco? E la Regione, che è “competente” (si fa per dire) in materia venatoria?
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