Soppressione province? “Solo demagogia”
Chieti – “L’Italia ha bisogno di riforme vere, strutturali. La soppressione in blocco delle Province ha soltanto il sapore della demagogia, e non ci si rende conto che, senza le Province, non solo rischiano di sparire servizi importanti ma si perde un’ampia fetta di quelle autonomie che vengono sancite nella Costituzione”. Lo afferma il presidente dell’Unione delle Province Abruzzesi (Upa), nonche’ presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio (foto). “Nei prossimi giorni io ed i colleghi presidenti delle Province abruzzesi terremo una conferenza stampa per illustrare ufficialmente la nostra posizione e quella dell’Upa sulla paventata soppressione delle Province. In quella sede dimostreremo che al taglio dei nostri Enti corrisponderebbero benefici economici effimeri, che un intero patrimonio di competenze e di servizi rischia di perdersi in mille rivoli fino a sparire, che i cittadini perderebbero un altro punto di riferimento importante: penso alle strade, alla gestione delle Scuole superiori, alla Pianificazione di area vasta e alla tutela del territorio, ai servizi resi agli studenti disabili, ai progetti di sviluppo per il turismo. E comunque, a dimostrazione del fatto che non siamo attaccati alle poltrone, io e il collega presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa abbiamo gia’ avanzato una proposta di fusione. Al contrario in questa fase – sottolinea Di Giuseppantonio – mi sarei aspettato che il Codice delle Autonomie che giace in Parlamento fosse portato alla luce ed approvato. E che nell’ambito del Codice delle Autonomie venisse organizzato il sistema degli Enti Locali. Ci siamo sempre detti che la nostra e’ la Costituzione migliore: se davvero si perseguira’ l’obiettivo di sopprimere le Province, attenderemo che la riforma costituzionale venga presentata e la valuteremo, serenamente, senza pregiudizi. Ma dovranno convincerci, innanzitutto, che a pagarne le spese non saranno solo e sempre i cittadini e in particolare le fasce piu’ deboli della popolazione. Quelle persone che oggi, pur fra mille problemi, vedono ancora nella Provincia un punto di riferimento essenziale”.
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