Delitto Rea, ricorso Parolisi – Difensori negano “tesoretto” dell’indagato
Teramo – Sara’ depositato nel fine settimane il ricorso in Cassazione per la revoca degli arresti di Salvatore Parolisi. Al caporalmaggiore detenuto nel carcere di Castrogno quale unico indagato del delitto di Melania Carmela Rea, il tribunale del Riesame aveva bocciato una settimana fa il ricorso presentato dagli avvocati Biscotti e Gentile contro l’ordinanza del gip di Teramo Giovanni Cirillo che aveva firmato l’arresto bis del sottufficiale. Nella memoria che sara’ prodotta agli “ermellini” sara’ tracciata una nuova tesi difensiva rafforzata rispetto a quella prodotta ai giudici aquilani che hanno negato la liberta’ di Parolisi. Stamane, intanto, a Teramo sono arrivati i familiari di Salvatore per essere ascoltati dai pm inquirenti, Davide Rosati e Greta Aloisi. La loro deposizione sara’ utile per tracciare il profilo del caporalmaggiore, accusato di omicidio pluriaggravato, ma soprattutto per sapere dei colloqui intercorsi tra Parolisi e la sorella alla quale aveva fatto cenno di “cose brutte avvenute in caserma”.
“Ma quale tesoretto, non esiste. Sono solo sciocchezze, e’ solo fantasia. Non so chi metta in giro queste cose”. L’avvocato di Salvatore Parolisi, Valter Biscotti, liquida come inverosimile l’esistenza di un tesoretto intestato al caporalmaggiore accusato dell’omicidio della moglie Melania Rea, avvenuto il 18 aprile scorso alle Casermette di Civitella. Sulle economie del sottoufficiale in carcere da 40 giorni, la procura di Teramo sta indagando dopo che anche il tribunale del Riesame che ha respinto la richiesta di revoca della detenzione in carcere, larvatamente fa intendere quale altro possibile movente dell’omicidio della donna di Somma vesuviana (Napoli) il rischio del mantenimento di lei e della bambina in caso di separazione. Questo rischio avrebbe determinato un’esposizione economica difficile, impensierendo Parolisi che avrebbe voluto iniziare una nuova vita con Ludovica, una delle sue ex reclute. Biscotti che insieme al collega Nicodemo Gentile vuole dimostrare l’assoluta estraneita’ di Parolisi al delitto, respinge al pari delle altre ipotesi tracciate dalla procura, anche il movente economico.
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