Oggi guerriero, domani campionessa


Pescara – (di Cristina Mosca) Ventitrè anni compiuti da poco ed energia da vendere: Roberta Di Cioccio è una giovane combattente pescarese che coltiva il sogno di diventare una kickboxeuse professionista. Pugni, salti e calci (i suoi preferiti, quelli a piedi scalzi) sono il suo pane quotidiano dal 2006, quando ha lasciato le lezioni di danza moderna per entrare nel team di Simone Di Marco: dopo essersi cimentata con successo in diverse competizioni sin dalle prime prove, ed essersi classificata al secondo posto del campionato regionale per due anni di seguito, nel 2010 ha avuto l’occasione di cambiare squadra e di unirsi alla Federazione Ruas Vale Tudo di Maurizio D’Aloia, con il quale si sta preparando ad un match molto importante e di cui, scaramanticamente, oggi non ci dirà niente. Ma ci sono altre cose da sapere su di lei.

L’impegno in uno sport così mascolino non ti porta ad emarginarti dai tuoi coetanei?
«Sicuramente mi tiene molto impegnata, ma non risento delle conseguenze: anzi, le mie amiche si sentono più sicure se escono con me! La pratica della kickboxing mi ha aiutata a tirare fuori la sicurezza e a sviluppare il senso d’equilibrio, interno ed esterno: è una pratica che insegna a controllare l’energia e ad auto disciplinarsi».

Questa estate hai presentato per la prima volta un progetto tutto tuo: di che si tratta?
«Un’idea che sto portando avanti con Valerio, un mio amico di lunga data che lavora tra Roma e Pescara come scenografo e organizzatore di mostre, è una serie di eventi legati ad arti marziali e a sport da combattimento. Vorremmo diffonderne la cultura e sfatare alcuni pregiudizi legati a questi due mondi che spesso si incrociano. Poi, mentre ci allenavamo per l’evento “Arti marziali in spiaggia 2011”, che si è svolto dopo Ferragosto presso lo stabilimento Medusa, abbiamo “scoperto” la grande potenzialità che è nascosta nei bambini.»

Perché? Che genere di lavoro si può fare con loro?
«Sono già bene avviati per natura, hanno una grandissima quantità di energia che devono solo imparare a gestire. Insegnare loro le pratiche marziali e gli sport da combattimento non vuol dire istigarli alla violenza, bensì far conoscere loro delle tecniche sottoforma di gioco. L’evento è stato molto gradito al pubblico e ci ha incoraggiato a portare avanti un altro progetto, sempre con i bambini, ma stavolta a titolo terapeutico». Ma anche qui, la scaramanzia ha la meglio e dovremo aspettare ulteriori sviluppi per saperne di più.


29 Agosto 2011

Categoria : Le Interviste
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.