Perdonanza, Porta Santa aperta
L’Aquila – AQUILANI DA PERDONARE O CHE DEBBONO PERDONARE? – “LE INGIUSTIZIE NON SI PERDONANO, SI RIFIUTANO” – Stasera e stanotte si va a farsi perdonare, pentiti, certamente, e si ottiene l’indulgenza varcando la soglia. Tutto qua. Ma ci si chiede anche, quest’anno, se siano gli aquilani bisognosi di perdono, o se piuttosto non debbano essere loro a perdonare. Dopo due anni e mezzo, non ne possono più della città diruta, e delle inutili chiacchiere che hanno sentito fino ad oggi. Quindi, Celestino V consentirà , forse, che siano gli aquilani a sostituirsi a lui, solo per questa volta.
Perdonare chi? Semplice, coloro che fino al termine di questa terza estate, non hanno aperto un solo cantiere. Il sottosegretario Letta ha detto: “Passato il tempo della burocrazia, delle regole, dei problemi, ora bisogna produrre risultati”. Speriamo che sia davvero passato quel tempo. Come anche quello delle liti. Il sottosegretario Catone pensa che commissariare a più non posso non serva a molto, se i commissari non sono locali, cioè gente che vive la realtà e la conosce. Gli aquilani pensano che, comunque, sia tempo di passare ai fatti. La Porta Santa si è spalancata alle 18, dopo i consueti tre leggeri colpi da parte del cardinale Comastri, che quest’anno ha rappresentato il pontefice. Il bastone è stato restituito al sindaco, che era accanto al porporato e che poi si è inginocchiato prima di entrare. E via con il transito dei pentiti verso l’indulgenza. Durerà tutta la notte, poi la Bolla tornerà a casa, cioè nel palazzo civico. Perdonanza 717, anche questa è fatta. Potremmo dire Perdonanza 717 dall’inizio, 3 dal terremoto.
3e32 – Scrive il comitato 3e32, Casematte, Asilo occupato: “Questa Perdonanza 2011 sta venendo oltremodo strumentalizzata per ostentare che L’Aquila ormai è una città pacificata che sta tornando alla normalità . Non è così. A L’aquila oggi ci sono ancora 40mila sfollati di cui 12mila dispersi in autonoma sistemazione. I centri storici sono distrutti e in grandissima parte abbandonati mentre la ricostruzione pesante semplicemente non è partita. Di anno in anno sempre meno alunni siedono sui banchi delle scuole e l’Università ha sempre meno iscritti e corsi di laurea. L’ospedale è a pezzi con interi reparti ancora nei container mentre i soldi della sua assicurazione contro il terremoto sono stati utilizzati per ripianare il bilancio della Asl.
Insomma dietro la confusione di questi giorni di festa si nasconde il nostro quotidiano vissuto in una città fantasma e militarizzata. L’Aquila è un enorme non-luogo in cui il territorio viene sempre più devastato dalla speculazione edilizia e dallo spuntare di costruzioni abusive frutto di una politica senza senso né idee.
Il tessuto sociale ed economico è devastato. Ci sono migliaia di disoccupati e un numero di ore di cassa integrazione record. Come se non bastasse a breve saremo chiamati a restituire interamente le tasse sospese e diventeremo il territorio italiano con la maggiore imposizione fiscale.
I nostri rappresentanti che si sono lasciati facilmente commissariare non riescono nemmeno ad ottenere dal governo il medesimo trattamento che hanno ricevuto altri territori colpiti da catastrofi naturali. La loro unica politica si riduce a chiedere l’elemosina a Roma dal ministro Tremonti e dal sottosegretario Gianni Letta. Lo stesso Letta implicato nella vicenda della P4 e che ad Aielli qualche giorno fa ha inaugurato con i fondi destinati al terremoto un busto a suo zio, prefetto fascista antisemita. Gianni Letta che è stato invitato anche quest’anno alla sfilata storica della perdonanza.
LE INGIUSTIZIE NON SI PERDONANO, SI RIFIUTANO!!!”.
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