IdV: “Caro vescovo, lo dicevamo noi…”


L’Aquila – Scrive Lelio De Santis (IdV, foto): “Caro Arcivescovo Molinari, ho letto ed apprezzato il suo appello a S.Celestino all’apertura della Perdonanza, nella quale invoca l’aiuto ed il sostegno per la ricostruzione della nostra città di Pietro l’eremita, che proprio a L’Aquila, nella Basilica di Collemaggio, volle celebrare l’inizio del suo Pontificato.

Ho apprezzato ancora di più il suo monito espresso sul settimanale Vola, in cui in modo netto denuncia le responsabilità della Classe politica e la scarsa credibilità dello Stato di fronte al dramma che gli aquilani stanno vivendo ed in cui, per la prima volta, dice una parola di verità sul fatto che la ricostruzione non parte perché prevale “ la logica della divisione, la logica della spartizione”, e perché “ le varie amministrazioni affogano nella burocrazia e nelle ordinanze contraddittorie”.

Anche Lei ora rileva, così come hanno fatto quotidianamente i comunisti ed i dipietristi, i comitati e gli oppositori, che fra i cittadini “comincia a serpeggiare la delusione e la mancanza di speranza”e che si stanno dicendo tante bugie.

La ricostruzione deve essere giusta, umana e rispettosa della nostra storia, ma deve anche essere fatta, come Lei sostiene, con onestà, coscienza ed etica e, come ha detto il sig.Sindaco, Cialente, con giustizia e verità: con entrambi perfino noi contestatori concordiamo!

Lei domanda in modo accorato a S. Celestino qual’ è il male oscuro che blocca la ricostruzione ed impedisce di veder risorgere presto la nostra città, ma non fornisce alcun indizio o elemento utile alla risposta, forse solo perché- e oggi penso a ragione- i santi non ne hanno bisogno!

Ma Lei sa, come tutti noi, ed ora lo ammette con coraggio che ci sono dei Responsabili o dei Colpevoli che andrebbero allontanati;

ma Lei sa, come tutti noi, ed ora lo dice chiaramente che i Governanti hanno fatto un grosso errore quando hanno imposto alla città Commissari per ogni cosa, provocando confusione e lentocrazia;

ma Lei sa, come tutti noi, che molti stanno approfittando del danaro pubblico senza fare il bene comune,e che i ricchi stanno diventando più ricchi ed i poveri più poveri.

E gli aquilani devono manifestare per avere quello che è dovuto loro per diritto e non per cortesia, dalla ricostruzione delle case alla proroga della restituzione delle tasse, come fecero anche quel 20 novembre 2010 nella manifestazione “L’Aquila chiama Italia”quando sfilarono in ventimila al vento ed al freddo per le vie cittadine, ma Lei non c’era e non colse il significato della protesta!

Oggi, Lei – e con Lei L’Aquila – chiama il Santo Celestino v ed invoca la sua protezione, gesto apprezzato da tutti, credenti e non credenti, ma oggi come allora è necessario anche chiamare L’Italia, le Istituzioni ed il Governo, perchè dicano una parola di verità e perché dia le risposte necessarie.

Almeno quelle che i Governanti di questo mondo possono dare!

Poiché il nostro futuro è nelle mani degli uomini, oltre che dei santi, un suo appello analogo a Berlusconi e Chiodi aiuterebbe a ricreare, proprio nello spirito della Perdonanza, un clima di concordia e di riconciliazione, di fiducia e di speranza”.


26 Agosto 2011

Categoria : Politica
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