La Perdonanza che nessuno conosce
L’Aquila – (di Flavio Colacito, psicopedagogista) – In questo agosto “bollente” sotto ogni punto di vista, si è aperta come di consueto la Perdonanza celestiniana giunta alla sua 717^ edizione. Fin qui nulla di sensazionale, se non fosse che ancora una volta L’Aquila dimostri la propria incapacità nel gestire un evento così importante storicamente e religiosamente, di più se lo si colloca a due anni dal sisma. Duole constatare che anche la Perdonanza 2011 appaia l’ennesima occasione mancata per un serio e graduale rilancio turistico della città, così come non lo sia stato il Gran Sasso ormai abbandonato ad un destino tutto da scrivere se non interverranno i capitali privati a rilanciare l’economia fallimentare della zona: a Campo Imperatore sembra di stare nel deserto, senza servizi di nessun genere, la base della funivia appare in uno stato pietoso tra degrado ed abbandono. Qualcuno pensa che per fare promozione basti avere un sito e la Perdonanza no fa eccezione (http://www.perdonanza-celestiniana.it/), se non fosse che quest’ultimo non venga aggiornato dal 2009, riportando come è noto informazioni sugli itinerari turistici del tutto fuori luogo rispetto allo stato attuale della città e che, nonostante le segnalazioni indignate di molti cittadini, al momento non sia stato ancora modificato da nessun “cervellone” della complessa macchina organizzativa, i “grandi” saggi del comitato che dovrebbero fare un corso accelerato di comunicazione visti i modesti risultati. Bisognerebbe sapere che avere un sito non aggiornato equivale a non averlo affatto e non avendolo si risparmierebbero tante brutte figure alle quali questa città è ormai avvezza. Qualcun altro potrà obiettare che almeno la diffusione di notizie sui maggiori giornali regionali- oggi per chi scrive- ci sia stata: ma a che serve dare risalto e pubblicità ad un evento così importante se non lo si promuove per tempo? I turisti, i visitatori, i pellegrini, hanno bisogno di potersi organizzare per arrivare a L’Aquila e , soprattutto, di poter reperire informazioni facilmente nei luoghi in cui risiedono al momento: basti pensare che un villeggiante che si trova sulla costa abruzzese non sa che a L’Aquila inizia la Perdonanza , questo perché nessuno si è occupato di contattare gli assessorati al turismo di province e comuni delle zone a maggior flusso turistico: ad esempio la provincia di Teramo organizza viaggi per turisti a prezzi contenti alla scoperta dei borghi più belli d’Italia. La Perdonanza continua ad essere vista con la logica paesana e campanilista che tanto piace a quel ceto cittadino conservatore che ha contribuito ad affossare L’Aquila negli anni, facendole perdere la leadership culturale a livello regionale, il tutto all’insegna di organizzazioni messe in piedi senza criterio. I risultati? La Perdonanza non porta turisti in città e gli alberghi sono semivuoti come tutti sanno. Tuttavia la cosa grave è che non è l’evento in sé a non interessare, non sono le associazioni culturali a mancare con le innumerevoli proposte ed iniziative, bensì il reale interesse di chi dirige e organizza a fare in modo e maniera che lo sforzo di tanti volenterosi trovi il giusto risalto a livello regionale e nazionale. Appare un autentico attacco all’impegno di tante persone che desiderano il rilancio culturale della città impedire che la Perdonanza venga sdoganata al di fuori di quella logica distruttiva che la vuole un evento per la città e solo per quest’ultima mentre è vero il contrario: la Perdonanza, seguendo l’insegnamento di Celestino V, è per tutti gli uomini di buona fede e se la porta santa di Colemaggio si apre in questa occasione essa si apre al mondo e non solo agli aquilani. Rimane da capire se il comitato dei “saggi” questo lo sappia o se il sole d’agosto abbia “cotto” gli ultimi neuroni in circolazione date le temperature africane.
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