Delitto Rea: Parolisi dentro, processo indiziario
L’Aquila – (Foto e aggiornamenti di Mardin Nazad) – LA DIFESA RICORRERA’ IN CASSAZIONE – LA PARTE CIVILE TEMEVA LA FUGA? – Il tribunale del Riesame ha respinto l’istanza di scarcerazione. Salvatore Parolisi resta quindi in carcere, in attesa del processo. Le motivazioni della decisione si conosceranno in seguito. Pochissime persone questa mattina al palazzo di giustizia. Il presidente del tribunale del Riesame, Gargarella, ha detto che “resta intatto il quadro indiziario a carico del sottufficiale”. Tutto è scritto su 23 pagine, ma ovviamente le motivazioni della decisione per ora non si conoscono. Il magistrato, incalzato dai pochi giornalisti presenti, ha confermato di aver ascoltato attentamente e valutato tutti gli argomenti della difesa di Parolisi, certamente non secondari. Naturalmente, gli avvocati difensori di Parolisi Biscotti e Gentile hanno subito fatto sapere che ricorreranno in Cassazione impugnando la decisione del Riesame dell’Aquila. Una cosa, del resto, ampiamente scontata e prevedibile.
Un processo indiziario, e questo è ben ricordarlo, si basa su indizi e non su prove indiscutibili e certe. Molti indizi che, nel nostro sistema giudiziario, possono portare a condanne anche severissime. In altri sistemi, come quello anglosassone in particolare, gli indizi non bastano: occorrono sempre e soltanto prove. Ma è anche vero che nella realtà le giurie popolari emettono verdetti istintivi o addirittura (in America) basati su convinzioni e abitudini territoriali. Prima di tutto il razzismo.
Ora Parolisi va verso un processo per omicidio, che si svolgerà di fronte ad una corte d’assise, quindi di fronte ad una giuria popolare. In primo grado assise, in secondo assise d’appello. Quindi, chi sa quando, il caso Parolisi tornerà a L’Aquila.
MAURO GIONNI – (M.N.) – L’avvocato di parte civile, Mauro Gionni, ha detto: “Non avevamo dato enfasi a questa vicenda, c’era serenità . Ora però c’è una risposta al lavoro di magistrati e investigatori”. Per il lega, la decisione del Riesame di tenere in carcere Parolisi è “un’importante conferma dell’impegno investigativo”. Le esigenze cautelari, secondo Gionni, sono state messe in risalto. “Il carcere è ritenuto l’unica misura adeguata per questo caso”. Dalle parole del legale si può intuire che esistesse, motivatamente, il timore di una fuga di Parolisi. Militare, esperto dopo le missioni di Afghanistan e altrove, avrebbe potuto svincolarsi abilmente. Uno dei tre motivi per tenere un indagato in carcere è appunto il pericolo di fuga. Gli altri due sono la reiterazione del reato e l’inquinamento delle prove. La reiterazione, nel caso di Melania, è ovviamente impossibile. L’inquinamento delle prove improbabile. Resta il pericolo di fuga.
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