Si stava meglio con gli… assegni a vuoto


Ofena – (di Dino Rossi, associazione allevatori Cospa Abruzzo) -Tutti parlano della crisi, dai più colti ai più ignoranti, dai più ricchi ai più poveri e cosi via dicendo, ma nessuno ha capito veramente quale è la causa di questo disastro finanziario, tanto meno Voi politici di turno, anzi di turno alternato.
Siamo sicuri che nessuno di Voi è a conoscenza della seconda moneta, quella che veniva usata dalla piccola e media impresa. Questa moneta virtuale permetteva agli imprenditori italiani di sopravvivere autofinanziandosi, un metodo efficace e veloce, un sistema che le banche dovrebbero attuare per la risoluzione a questa dannata crisi, che con un prossimo effetto domino porta a toccare il fondo a tutti. Una moneta parallela a quella statale che dava ampio respiro al mondo imprenditoriale alla quale si accedeva con semplici operazioni bancarie, ora è stata abolita dai burocrati, ignari di quello che poteva succedere. In verità non era un metodo lecito, comunque funzionale che permetteva a chiunque fosse in difficoltà, di riprendersi in caso di mancato guadagno per cause di forza maggiore.
“La seconda moneta non è altro che gli assegni bancari e i pagherò messi in circolo.”
Questi titoli, un a volta emessi venivano girati per pagare i creditori, che a loro volta li cedevano in pagamento ad altri, fino ed esaurire lo spazio per la girata, in questo modo, nel tempo si era creato un sistema parallelo a quello legale. Infine, i titoli dopo aver girovagato nel mondo imprenditoriale, rientrava in pagamento presso gli istituti di credito dopo svariati mesi. Questa seconda moneta veniva utilizzata per la gestione delle aziende, mentre la moneta legale, veniva utilizzata per il pagamento delle tasse o di altri servizi. Gli assegni una volta messi in circolazione, prima di essere incassati passavano parecchi mesi, una volta rientrato all’istituto, il correntista aveva tutto il tempo necessario ad onorare il titolo in mancanza di liquidità sul conto. Cosa che adesso non è più possibile. Questo permetteva alle aziende che attraversavano un periodo di magra, di superarlo semplicemente con un giro di assegni tra amici. Le banche erano a conoscenza della situazione, ma per avere la situazione sotto controllo, hanno preso accordi al fine di costringere il mondo imprenditoriale ad abbandonare le girate sui titoli, con normative stabilite dagli istituti di credito. Queste nuove normative hanno messo fuori uso la seconda moneta, quella flebo che teneva in vita l’economia italiana, non capito da chi percepisce lo stipendio di soldi veri. Oggi, con la politica ignorante, lontana dal mondo imprenditoriale, lontana dalle esigenze dei cittadini, gli italiani si ritrovano senza soldi per colpa di chi non conosceva l’esistenza della seconda moneta. Quella moneta virtuale che per decenni ha permesso lo sviluppo economico dell’Italia.


23 Agosto 2011

Categoria : Economia
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