Sodalizio criminale, denunce e sequestri
L’Aquila – Incomprensibile riserbo, mezze notizie fatte filtrare, silenzio sui nomi: la solita storia che non rende giustizia alla chiarezza e trasparenza dell’informazione. Nel caso di “pizzichino” landruncoli e piccoli spacciatori, foto e nomi, in altri casi niente del genere. Fonti quanto meno riservate. Scoperto un sodalizio criminale dedito alla truffa ai danni di societa’ di leasing. L’attivita’ d’indagine, svolte mediante accertamenti bancari su decine di conti correnti, perquisizioni locali e personali, interrogatori degli indagati, ha consentito di ricostruire il collaudato modus operandi adottato per la realizzazione delle frodi. A capo dell’organizzazione, un soggetto aquilano con pregresse esperienze nel settore dell’intermediazione finanziaria, che acquistava, anche per il tramite di suoi prestanomi, immobili da persone che egli sapeva versare in difficolta’ economiche e li rivendeva, successivamente, a societa’ di leasing a prezzi notevolmente gonfiati e di gran lunga superiori al loro reale prezzo di mercato. L’organizzazione, per la realizzazione delle truffe, provvedeva a falsificare i contratti di compravendita di acquisizione degli immobili, nei quali era quindi inserito un prezzo di acquisto di 4/5 volte superiore al valore reale, inducendo le societa’ di leasing al riacquisto del bene ad un valore artificiosamente spropositato. Nel contempo, allo scopo di rendere appetibile l’affare, l’ideatore delle truffe sottoponeva alle societa’ finanziarie un potenziale cliente interessato all’acquisizione del bene in leasing e disponibile a pagare i relativi canoni, che altro non era che un sodale all’organizzazione. Grazie a tale stratagemma, le societa’ finanziarie erano indotte a valutare favorevolmente l’acquisto dei beni loro proposti, facendo affidamento sulla circostanza che risultava documentata la disponibilita’ di un soggetto pronto ad accollarsi il pagamento delle rate. Tuttavia, dopo i primi mesi, l’utilizzatore non provvedeva piu’ al pagamento delle rate di leasing, costringendo la finanziaria a rivalersi su un bene di valore di gran lunga inferiore a quanto dichiarato. L’organizzazione provvedeva poi a reinvestire in operazioni similari l’ingiusto profitto, consistente nella differenza tra il prezzo pagato dalla societa’ di leasing ed il valore reale del bene. Per la realizzazione del piano criminale, che ha fruttato all’organizzazione proventi illeciti per 4 milioni e 200 mila euro, il principale attore della truffa si e’ avvalso di numerose societa’, anch’esse intestate ai suoi prestanomi, sui conti correnti delle quali sono stati riciclati 4 milioni e 137 mila euro derivanti dalle partecipazioni delle frodi. Peraltro, la minuziosa ricostruzione dei flussi finanziari ha consentito di accertare che parte dei proventi illeciti e’ stata utilizzata dal capo dell’organizzazione per concedere prestiti a persone in difficolta’ finanziarie. Denunciati 14 soggetti, tutti abruzzesi, ai quali, a vario titolo, e’ stata contestata l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa, all’esercizio abusivo dell’attivita’ finanziaria, al falso materiale, all’interposizione fittizia nonche’ il riciclaggio. L’attivita’ di polizia giudiziaria si e’ concretizzata, oltre che con la denuncia all’Autorita’ giudiziaria aquilana dei soggetti implicati, anche con l’esecuzione del sequestro preventivo disposto dal Gip di L’Aquila, su richiesta della locale Procura della Repubblica, di circa 50 rapporti bancari, un immobile e 6 societa’, nella disponibilita’ dei protagonisti della vicenda criminale, per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.
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