Jemo ‘nnanzi, c’è anche Dan Fante
L’Aquila – “From my heart to L’Aquila”. Con questa scritta (“Dal mio cuore per L’Aquila”) lo scrittore Dan Fante, figlio del mitico scrittore italo-americano John Fante, ha impreziosito stamane il murales realizzato dall’Associazione Gruppo aquilano d’azione civica “Jemo ’nnanzi” significativamente in un cantiere lungo il Corso martoriato dal sisma.
Fante, testimonial d’eccezione dell’iniziativa di sensibilizzazione, ha personalmente contribuito, divertendosi un mondo, a dipingere sulle tavole a protezione del cantiere, l’ormai conosciutissimo murales del Gruppo d’azione civico concepito dell’artista aquilano Stefano Ianni. L’operazione, a cui hanno partecipato tutti i membri dell’Associazione in maglietta nero-verde (indossata, con orgoglio, anche da Dan) con il proprio soprannome impresso sulle spalle, ha attirato la curiosità di centinaia di persone. Anche perchè, grazie alla disponibilità dei responsabili e degli operai del cantiere presso l’ex Banco di napoli, è stata issata da un gru la bandiera di 25 metri tricolore, con scritto il motto aquilano “Jemo ’nnanzi”, la stessa che fu posta, il 17 marzo scorso, sulla Torre Civica quale simbolo di Unità Nazionale e Unità Cittadina. La bandiera sventolante sul Corso, con quella scritta a caratteri cubitali che invita a guardare “avanti”, ha creato un’onda di emozione fortissima.
«Abbiamo voluto invitare Dan Fante- ha ribadito Cesare Ianni del Gruppo di azione civica- affinchè un grande scrittore americano ma con il cuore abruzzese potesse rendersi conto di persona della situazione del centro storico della città dell’Aquila, l’acropoli della nostra identità. Lui ha risposto con entusiasmo fino alla sua dedica sul murales che noi aquilani porteremo nei nostri cuori».
Dan Fante, in questi giorni a Torricella Peligna per il Festival dedicato al padre, è secondogenito di John. E’ commediografo, poeta, scrittore. Nel 1999, alla sua prima visita in Italia (invitato dal Festival delle Letterature di Mantova) ha subito voluto vedere il paese da cui partì il nonno Nicola (Nick) nel 1901. Torricella Peligna ha così potuto riabbracciare uno dei suoi figli più illustri. Da allora quel legame non si è mai più reciso come pure il legame con l’Abruzzo. A Pescara, infatti, è conservata, nel MediaMuseum, la macchina da scrivere con la quale il padre John scrisse il suo ultimo romanzo, “The Brotherhood of the Grape”. E’ stato Dan a regalare, il 14 agosto 2007, la macchina da scrivere del padre al MediaMuseum.
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