Una città davvero indecifrabile
(di G.Col.) – Difficile credere alle proprie orecchie e ai propri occhi, seguendo un servizio del collega Paolo Rico (Rai 3) sul ritorno delle proteste dei residenti in centro, a L’Aquila, contro la movida. Difficile, perchè i residenti nel centro sono davvero pochi, e la movida è davvero filiforme. Un ritorno stentato e faticoso alla vita, che ha già tanti problemi, visto che molti esercenti di locali riaperti si lamentano della concorrenza e annunciano che torneranno a chiudere. Ma il servizio di Rico è solo verità : la gente protesta perchè non riesce a dormire. Sì, quelle poche decine di persone che abitano lungo i luoghi della movida, che è ancora molto ristretta e circoscritta. Prima indecifrabilità di una città davvero difficile da capire: il centro torna ad una parvenza di vita, e c’è chi protesta, perchè rivuole il silenzio mortale perdurato per due anni. Tra fantasmi, rovine, luci flebili (il buio regna come sempre quasi sovrano in città : antica tradizione locale), mozziconi di vita frantumata, c’era solo un tombale silenzio che faceva ghiacciare il sangue. Ora, per qualche ora, c’è vita, ma arrivano le proteste.
Seconda indecifrabilità : è vero, cocci di bottiglia, tracce di orina, rifiuti accatastati, sporcizia diffusa, rumori, canti, emanazioni sonore di ubriachi e drogati, risse. E’ la movida, ovunque ne esista una. E’ così difficile controllare questi quattro gatti, indurli all’educazione, multarli, “suonarli” con la giusta sanzione? E’ tanto improbo tenere d’occhio un centro ridotto di dimensioni, quasi esangue, popolato solo per qualche sera alla settimana? Ma dove siamo? Furti tanti, vandali, ora la movida sporcacciona. Ma a chi è affidata questa ex città , oggi terra di disperazione e di anomalie? Terra indecifrabile e problematica per forza, non se ne esce.
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