Urbanisti: no tagli comuni, meglio unirli
L’Aquila – GLI URBANISTI ITALIANI DICONO la loro sul previsto taglio di migliaia di piccoli comuni, 105 dei quali soltanto in Abruzzo. Un terzo dei comuni attualmente esistenti nella regione. Mentre la manovra economica varata la scorsa settimana dal governo e’ all’esame del Senato, l’Istituto Nazionale di Urbanistica richiama l’attenzione sulla parte del provvedimento che dispone il taglio del numero dei Comuni e delle Province, con i soli criteri di riferimento del numero di abitanti e dell’estensione territoriale. L’Inu ritiene che ”la misura, cosi’ come e’ stata pensata, sia pericolosa per il buon funzionamento delle istituzioni locali. L’Istituto – si legge in una nota – e’ consapevole della necessita’ di lavorare per dare competitivita’ al sistema Paese, e che la questione dell’efficienza delle amministrazioni pubbliche locali non possa restare fuori dal dibattito e dall’insieme degli interventi proposti.
Tuttavia, il taglio indiscriminato di circa 30 Province e 1500 Comuni, da effettuare tramite la brutale tagliola della contabilita’ numerica degli abitanti e dei chilometri quadrati, non e’ la strada giusta. Quello che occorre e’ una riorganizzazione razionale del sistema delle Province e dei Comuni, da effettuare a partire dei principi guida dell’adeguatezza e dell’autonomia dei livelli di governance.
Invece di tagliare il piu’ possibile in modo indiscriminato, e’ necessario adottare una politica di aggregazioni e accorpamenti, tutelando l’effettivo governo dei territori, la programmazione dello sviluppo e il mantenimento della democrazia. A questo proposito l’Inu si mette a disposizione delle forze politiche e istituzionali, pronto a contribuire a quei correttivi che ci paiono indispensabili, a fianco degli Enti che governano i territori e a supporto delle decisioni del Parlamento e del governo.
Per la riorganizzazione delle Province e dei Comuni occorre – conclude l’Inu – un progetto politico complessivo che punti a rifondare il patto tra istituzioni e cittadini, distribuire con razionalita’ le responsabilita’ di governo, incrementare l’efficienza e le trasparenza degli atti amministrativi”.
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