Cinema, festival di cultura e impegno
(di Carlo Di Stanislao) – La XII edizione del Lucania Film Festival, che si è svolta come di consueto a Pisticci, nel rione Terravecchia, ha chiuso i lavori il 16 scorso, con l’assegnazione dei sei premi della giuria, composta dall’iraniano Mousa Alijani, dai francesi Gèrard Venturelli e Maila Doukouré e dall’italiano Giuseppe Marco Albano, andati come miglior film a “L’Eclusier” di Nicolas Boucart, per il soggetto al corto spagnolo “Artalde” di Asier Altuna, per la fotografia a Anna Solanas per “Les Bessons Del Carre De Ponent”, per la migliore interpretazione a Nicola Nocella per “Omero Bello di Nonna”, come migliore attrice a Anna Gigante per “Linea Nigra” e, infine, per le capacità tecniche a “The Gloaming”. Al festival hanno preso parte 30 film, selezionati fra le oltre 500 opere pervenute dai cinque continenti, con una serie di appuntamenti speciali fra cui una particolare menzione merita lo spazio “11 x 11 th”: concorso di arti visive dedicato a giovani artisti emergenti, che è stato curato da due napoletani: il filosofo Tommaso Auriemma e l’artista Claudia d’Anna. L’11 giornata clou, con la presenza di Sergio Rubini, figlio di Alberto, che fu capostazione al casello ferroviario di Pozzitello di Pisticci, qui giunto come protagonista di “Stand by me”, l’ultimo cortometraggio di Giuseppe Marco Albano, come visto anche giurato del festival. L’8 agosto, durante la presentazione alla stampa, si è ricordato come il Lucania Film Festival abbia ormai varcato i confini nazionali e, da quest’anno, sia approdato nelle “cinefila” Francia, con una iniziativa che ha avuto ottimi riscontri confermando che questo evento, la cui garanzia di qualità sta anche nel lungo percorso che ne caratterizza la storia, rappresenta una delle eccellenze della Basilicata. Una realtà, quella del cine-festival lucano, che trasforma ogni agosto Pisticci “in una cittadella del cinema, in un luogo di scambio, interrelazione e contaminazione socio culturale, in grado di presentare, un offerta artistica all’altezza delle aspettative”; come ha detto il presidente dell’Associazione Allelammie, Massimiliano Selvaggi. Il Festival è nato da una collaborazione fra l’appena citata associazione, il comune di Pasticci, la provincia di Matera e la regione Basilicata. Quest’anno, fra i promotori, l’Unione Italiana Dei Ciechi e degli Ipovedenti, poiché, il 12 agosto, nel corso della rappresentazione teatrale “Live Audio Drama”, è stata distruibita dall’attore Paolo Briguglia, la mascherina da riposo realizzata da Occhialeria Artigiana di Antonietta Tummol,o con sede a Tito (PZ), che permette di annullare le differenze di fruizione tra vedenti e non vedenti, ulteriore conferma delle capacità del Festival di unire e diffondere messaggi legati alla cultura e all’impegno sociale. L’edizione di quest’anno ha voluto dedicare un filone dell’arte cinematografica alla fruizione da parte delle persone con disabilità, per dimostrare che il cinema senza barriere, realizzato in alcune città italiane, consente alle persone disabili all’udito ed alla vista di condividere cinema di qualità, alla pari con tutti gli altri. Molto apprezzata la performance teatrale di Paolo Briguglia in “Live Audio Drama” ispirato al libro “Nel mare ci sono i coccodrilli”, messa in scena al bui,o con i partecipanti bendati per sperimentare, in un contesto che annulla la vista, il valore dell’ascolto, della fantasia e della creatività. Il regista belga Nicolas Boucart, autore del film premiato, ha saputo nella sua opera esprimere al meglio, rasentando la perfezione tecnica, tutta la potenzialità dell’arte cinematografica e reso concreto e reale il più immaginifico e irreale dei mondi possibili. Quanto ad Anna Gigante, premiata come migliore attrice, è alla sua prima regia. Di origine barese, la Gigante lavora principalmente come interprete, dividendosi spesso tra cinema e tv ed ha interpretato il suo primo ruolo da protagonista nel 2008, nel film Don Zeno. L’uomo di Nomadelfia, di Gian Luigi Calderone. “Linea nigra”, andato a Venezia nel 2010, è una sguardo tutto femminile sulla ossessione di maternità, uno sguardo capace di coglierne delirio e fragilità. A luglio il film aveva vinto la sezione documentari del Genova Film Festival. Quanto alla vincitrice del premio per la fotografia, la spagnola Anna Solanas, con Marc Riba ha girato un primo corpo d’animazione con pupazzi intitolato “Black is the colour of the gods” (35mm, 2002) , come esame di laurea; film che poi è stato selezionato per i Goya Award (i premi dell’Accademia spagnola del Cinema) ed ha vinto premi nei festival di tutto il mondo. Il secondo corto “Lupe & Bruno” (2005), sempre a quattro mani con Riba, è stato selezionato in più di 170 festival di 35 paesi ed ha vinto 27 premi; mentre il terzo corto, sempre in collaborazione, è stato “Violeta, la pescadora del mar negro” (2006) , vincitore del Proyecto Corto Canal+ al XVI Horror Fantasy Film Festival di San Sebastian. Prima di questo film, sempre con Marc Riba, aveva realizzato il visionario “Cabaret Kadne”, del 2008. Quanto, infine, al premio tecnico, “The Gloaming” è un film d’animazione che racconta di un uomo che crea un mondo che sfugge al suo controllo, un film sulla civiltà e la sua evoluzione accelerata, realizzato dal collettivo di quattro registi francesi costituitosi nel 2001, Nobrain, che inizia come compagnia indipendente specializzata in postproduzione, per poi diventare il collettivo nel quale i quattro artisti si identificano come registi. “The Gloaming” è il loro primo cortometraggio.
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