Le pietre? Smettono di cantare
L’Aquila – IL RETROSCENA DELLA MALAPUBBLICITA’ – PREPARIAMO UN DOSSIER PER LA PROCURA – Il “Festival Pietre che cantano” chiude la stagione estiva con due concerti della sezione “Festival di domani”, dedicata alla valorizzazione dei giovani talenti. Il primo appuntamento e’ in programma venerdi’ 19 agosto negli scenari suggestivi delle Pagliare di Tione degli Abruzzi. Il pomeriggio musicale inizia alle 15 e si conclude alle 19 e si articola in brevi concerti di 20/30 minuti alternati a momenti di relax e contemplazione del paesaggio. Dalle 21, dopo la musica, la notte sara’ riservata all’iniziativa dal titolo “Astromania”, a cura dell’Associazione ricreativa di Tione degli Abruzzi.
(Ndr) – Questa è la notizia, che va data per dovere di informazione. Cosa che abbiamo sempre fatto. Ma dietro il festival Pietre che cantano c’è una brutta storia che potremmo chiamare di malapubblicità . Questa iniziativa si avvale di una bella sfillza di sponsor, tra cui pubbliche istituzioni. Quindi denaro pubblico. Una bella fetta i responsabili del festival hanno deciso di spenderla in pubblicità , paginoni interi sui giornali. Ma solo quelli che piacciono a loro. Grazie a solidi accordi commerciali. I paginoni costano, e in questo caso costano denaro anche pubblico. Gli sponsor, tra i quali diverse istituzioni, si chiedono come il festival spende i loro soldi? Chi decide come e dove spenderli? In base a quale criterio? Si chiedono perchè alcune testate, come la nostra, sono sempre e matematicamente escluse dai benefici di tale pubbliicità ? Forse siamo antipatici, o non bene ammanigliati, chi sa. Che esistiamo il festival lo sa, perchè invia i suoi comunicati. Dunque cosa pensare? Forse non si avvalgono di professionisti ben documentati, i quali dovrebbero sapere chi siamo e quanti lettori abbiamo ogni giorno, giorno e notte, e dovunque, anche ben lontano dall’Abruzzo. Della pubblicità , sia chiaro, facciamo a meno: anzi, se ce la chiedessero, la rifiuteremmo, non essendo abituati a concessioni, elargizioni, contiguità , tarallucci e vino. La pubblicità – ripetiamo – non la vogliamo. Viviamo bene ugualmente. Ma essere edotti di come si spende il denaro pubblico è un diritto al quale non rinunciamo, in questa come in altre occasioni. E’ per questo che prepariamo da tempo un bel dossier da consegnare alla magistratura, su enti, istituzioni, amici e amici degli amici. Ma per quello c’è tempo. Ora solleviamo il problema. Così nessuno potrà bofonchiare che non ne sapeva nulla.
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