Ricostruire? Parliamone nel 2012


L’Aquila – 6.000 pratiche per la ricostruzione sono state presentate. Poco più di 1.000 hanno l’ok. In tutto, secondo stime dei soliti esperti (i tuttologi non scarseggiano mai) ne saranno tra 15 e 18.000. Dunque, impossibile chiudere il fascicolo entro il 31 agosto. Tanto più che in tanti sono semplicemente in ferie. Come era facilissimo prevedere, il mese di agosto sotto il profilo produttività, vale zero.
Questo il quadro – sintetico ma eloquente – che si presenta nel mese numero 28 dalla distruzione datata 2009, forse la più devastante nella storia delle distruzioni aquilane, che sono tante, ora che dall’archeologia sappiamo che vene furono almeno altre due (primi 50 anni del copo Cristo, e quarto secolo dopo Cristo: L’Aquila non c’era, ma Peltuinum e altre città sì.
Gli ingegneri, come ha fatto sapere il loro presidente Paolo De Santis, che fanno? Ovviamente, chiedono una proroga dei termini per la presentazione dei progetti di riedificazione. Una proroga lunga, fino al marzo 2012. Corposa, diremmo. Il tempo necessario ai tecnici – che in studio hanno centinaia di pratiche ognuno – per smaltire il lavoro. Man mano le pratiche completate vengono presentate, ed esaminate dagli uffici competenti, poi avviate sul percorso del finanziamento. Poi si deve cominciare a lavorare, ammesso che tutto fili liscio con l’impresa scelta, che quest’ultima possa lavorare, perchè anche le imprese hanno stuoli di committenti che bussano alle loro porte. Intanto, arriverà l’autunno, stagione non propizia per i cantieri. Quindi l’inverno, ancora meno propizio. Trasformando tutto in tempo, intuisce chiunque che ne occorrerà tanto, sempre ammesso che per la ricostruzione tutti abbiano idee chiare, e che la Sovrintendenza non allunghi il brodo.
Dal canto suo il vice commissario Antonio Cicchetti sprona, sollecita, raccomanda di far presto. L’assistenza, fa capire, non durerà all’infinito, anche se per il diritto all’indennizzo non dovrebbero esserci timori.
Scenario, la crisi economica, con i suoi tagli, i miliardi di euro che vanno via. Quelli per L’Aquila, promessi a suo tempo, ci saranno ancora? E altre domande: la lotta continua tra il sindaco Cialente e le altre istituzioni durerà ancora molto? Come andrà a finire? Le ormai imminenti epoche pre – elettorali influenzeranno la ricostruzione? Triste sentir dire dai turisti di Ferragosto vaganti nel centro storico percorribile: fa impressione, qui non si è mosso nulla, è come l’anno scorso, è una città morta, sembra che non vi abiti nessuno. Sgomentato per loro, figuriamoci per noi che siamo gli abitanti di questo nulla indistinto, fumoso come quello del film “La storia infinita”. Provate a rivederlo.


16 Agosto 2011

Categoria : Cronaca
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