Imprese senza soldi anche da 114 giorni
Teramo – Scrive l’ANCE: “Lo strumento del factoring, attivato dalla Provincia di recente su specifica richiesta della nostra associazione, costituisce una soluzione importante per favorire il pagamento delle imprese. Chiediamo all’ente, in vista della stipula delle convenzioni con gli istituti di credito, di prevedere tra le condizioni applicate la possibilità di garantire la cessione del credito anche per somme inferiori ai 50mila euro. Diverse gare, infatti, prevedono importi al di sotto di questa soglia, e questa soluzione consentirebbe a tutte le imprese di essere messe in condizione di essere pagate in tempi certi e rapidi”.
La richiesta di rimodulare la convenzione, che la Provincia sta per sottoscrivere con gli istituti di credito convenzionati, viene dall’Ance, attraverso il suo presidente, Armando Di Eleuterio.
L’Ance chiede alla Provincia anche di intervenire sulle amministrazioni comunali teramane, per promuovere iniziative analoghe, e favorire l’adozione del factoring in tutti i Comuni della provincia di Teramo, che a causa del patto di stabilità hanno bloccato i pagamenti già dal mese di aprile.
I tempi medi di pagamento, poi, ammontano a 114 giorni, come risulta dalla indagine periodica del Centro Studi Ance Teramo, un periodo troppo lungo che rischia di compromettere la sussistenza sul mercato delle imprese più piccole, e meno attrezzate a livello finanziario.
“La Provincia è intervenuta tempestivamente per trovare una soluzione al ritardo dei pagamenti, acuito dal Patto di stabilità, afferma Di Eleuterio. Le nostre imprese, però, non vengono pagate da mesi, e con la crisi si rischia davvero il collasso del nostro sistema edile provinciale.
La Provincia si faccia carico di questa nostra richiesta, per aprire un tavolo di discussione con i Comuni, illustrando loro lo strumento del factoring, e sensibilizzandoli al suo utilizzo.
Abbiamo apprezzato la buona volontà del presidente Catarra e dall’assessore Di Giacinto, ma adesso le imprese hanno bisogno di certezze. Lo strumento del factoring deve essere esteso almeno ai Comuni più importanti della provincia, perchè non può essere limitato ad un solo ente”.
Altro tema importante segnalato dall’Ance Teramo è quello della mancata programmazione degli interventi da parte degli enti locali, che sta compromettendo i programmi futuri di investimento delle imprese.
“Rivendichiamo con forza la necessità da parte delle amministrazioni teramane di essere attente in questo particolare momento storico alla programmazione degli interventi, osserva Di Eleuterio, per consentire alle imprese di individuare per tempo le opportunità di business, e attrezzarsi di conseguenza. Il momento è davvero drammatico.
Basti pensare che nell’ultimo biennio gli addetti iscritti alla Cassa Edile sono diminuiti del 50%.
Se alla drastica diminuzione degli appalti, che in provincia di Teramo ha toccato nel 2010 il – 63%, aggiungiamo anche le restrizioni del credito, è facile capire come le imprese senza gli opportuni riferimenti in termini di programmazione da parte delle amministrazioni si trovino a percorrere un vicolo cieco. C’è il concreto timore che alla fine del biennio 2011-2012 siano molte le imprese che si vedranno costrette a cessare l’attività”.
I risultati dell’indagine:
Il Centro Studi dell’Ance Teramo, al fine di monitorare il fenomeno dei ritardati pagamenti della Pubblica Amministrazione, ha ripetuto nelle scorse settimane l’indagine presso le imprese associate sulle condizioni di pagamento della P.A.
In particolare, non vi è stato nessun miglioramento rispetto alle già difficili condizioni del 2010 ed il 77% delle imprese evidenzia, addirittura, un aumento nei ritardi nell’ultimo anno. Questo deteriorarsi delle condizioni di pagamento alle imprese è determinato principalmente dall’irrigidimento del Patto di Stabilità Interno (il 71% delle imprese di costruzioni indica il Patto di Stabilità Interno come causa del ritardo mentre tale quota era pari al 52% un anno fa) ma rimangono significativi anche i ritardi dovuti alla perdurante inefficienza della Pubblica Amministrazione (circa la metà delle imprese lo segnala come causa che determina ritardo).
Il ritardo medio segnalato dalle imprese di costruzioni è di 114 giorni. Ciò significa che le imprese vengono pagate più di 6 mesi dopo aver realizzato i lavori, con evidenti ripercussioni sulla contabilità e sulla programmazione dell’attività. In questo contesto, molte imprese hanno utilizzato strumenti finanziari per sopperire alla mancanza di risorse (il 22% ha richiesto uno scoperto in banca, il 19% ha richiesto un finanziamento a breve termine ed il 16% ha richiesto la cessione pro soluto del credito)”.
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