A cosa servono due comuni distanti 5 km?
L’Aquila – (Foto: Carapelle Calvisio, un gioiello ma solo 90 abitanti) – Il decreto in attesa ddel vaglio del Parlamento prevede la soppressione dei comuni con meno di 1.000 abitanti, 106 dei quali si trovano in Abruzzo, quasi tutti nelle aree interne. E’ sostanzialmente un decreto giusto, sensato, e l’area aquilana – la meno popolata su scala provinciale nella regione – ne è la riprova vistosa. La provincia aquilana conta 309.000 abitanti, qualche migliaio in meno rispetto a Pescara e Teramo, quasi 80.000 in meno rispetto a Chieti. Vi sono situazioni assurde, che andavano corrette da tempo, ma che la politica abbarbicata alla struttura antiquata del proprio potere ha sempre voluto mantenere.
Facciamo due esempi, ma se ne potrebbero fare molti di più.
Il comune di Pizzoli, 13 km da L’Aquila, attualmente vicino ai 6.000 abitanti (4.000 residenti stabili) a causa dello sfollamento del capoluogo. A soli 5 km di distanza, c’è il comune di Barete, poche centinaia di abitanti. E’ economico, conveniente, logico mantenere due comuni del genere a brevissima distanza l’uno dall’altro? Più a nord ci sono il piccolo comune di Capitignano, e Montereale, a verso ovest il comune di Cagnano Amiterno. Capitignano sarà soppresso. Forse sarebbe utile a tutti pensare ad un unico comune tra Montereale, Cagnano Amiterno e Capitignano, di circa 6.000 abitanti complessivi. In Valle Aterno verrebbero a trovarsi così due comuni di dimensioni accettabili, Pizzoli-Barete, e Montereale-Cagnano-Capitignano. Ambedue con 5-6.000 abitanti ciascuno, o anche di più.
Altro esempio è l’altipiano di Navelli, dove fino ad oggi sopravvivono a stento minicomuni come Calascio, Carapelle e Castelvecchio Calvisio (meno di 100 residenti), S.Pio delle Camere, e più a sud Navelli. Da tempo si sarebbe dovuto accorpare queste piccole realtà , dotandole di servizi e strutture comuni e migliori per tutti. Ancora un’altra situazione. Sull’altipiano delle Cinquemiglia ci sono Roccaraso, Rivinsondoli, Pescocostanzo. Tre centi vicinissimi, appena qualche chilometro: da tempo si sarebbe dovuto accorparli in un unico comune ad alta vocazione turistica e paesaggistica. Potremmo continuare citando una sequenza di altre zone abruzzesi in situazioni simili. L’Abruzzo conta oltre 300 comuni, che potrebbero da tempo essere stati 200 o poco più. Quale risparmio e beneficio avrebbe portato tutto ciò alla comunità ? Incalcolabile, forse.
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