Va in fumo l’Abruzzo dei minicomuni
L’Aquila – (ore 0,20) – Se i provvedimenti del governo andranno in porto così come pare dalle notizie di questa sera, l’Abruzzo è destinato a cambiare completamente geografia. Infatti, sparendo i piccoli comuni (e forse anche qualcuna delle quattro province attuali), l’interno della regione doventerà davvero un’altra cosa rispetto ad oggi. Sono infatti decine, specie nell’Aquilano, nel Teramano e nel Chietino i piccoli centri con meno di 1.000 residenti, che dovranno essere accorpati. Spariranno, se tutto resterà come viene confusamente anticipato in serata, un gran numero di centri che oggi sono comuni e contano, in qualche caso, anche meno di 100 abitanti. In pratica, si arriva solo oggi a fare quello che logica e metodi da buon padre di famiglia avrebbero suggerito già da molto tempo: unire le comunità minori e farne dei comuni magari con 2-3.000 abitanti, entità amministrative sicuramente di maggiore significato. In Abruzzo i vecchi dicevano: il brutto arriva quando “la regola si mette da sola”. Cioè quando la crisi costringe a sforbiciare quello che si poteva sforbiciare molto prima.
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