“Caro Carlo, c’è un sortilegio…”


L’Aquila – Roberta Gargano ha inviato al presidente del consiglio comunale avv. Benedetti una lettera aperta: “Illustrissimo Presidente del Consiglio Comunale e, per me, Caro Carlo, qualche giorno fa sono stata svegliata dalla telefonata di un amico che, di buon ‘ ora, mi informava su quale fosse il motivo per cui i lavori di Piazza della Prefettura sono bloccati, l’aveva appreso da un tuo intervento a commento di una mia intervista nella trasmissione “Aquilani!” trasmessa da Onda TV: “Il Consorzio di Piazza della Prefettura si è mosso molto bene, poi è stato scelto come esperimento pilota dalla Struttura Tecnica di Missione. Il Consiglio Comunale (invece) ha scelto un’altra strada, quella di dichiarare l’asse centrale area a fattibilità immediata (…)”
Nel corso della giornata altre telefonate mi hanno spinto a cercare la registrazione della trasmissione (riguardala anche tu, è su youtube) e non volevo credere alle mie orecchie. Oramai sono sempre più convinta che siamo vittime di un malefico sortilegio che vi fa dire cose che, sicuramente, non potete pensare. Non puoi, infatti, non sapere che Piazza della Prefettura è all’interno della zona dell’asse centrale e che quindi la strada è la stessa; non puoi non sapere che proprio gli aggregati dell’asse centrale non avevano la possibilità di presentare i progetti che vedevano al loro interno edifici vincolati ed edifici non vincolati (praticamente la maggior parte) finché, la scorsa settimana, ho ottenuto una circolare del Commissario alla Ricostruzione che ci dà la possibilità di iniziare l’iter con la filiera. Leggi bene, scrivo “ho ottenuto” perché anche questa è stata una battaglia condotta da sola, senza alcuna Istituzione al fianco, insieme ad uno sparuto gruppo di altri cittadini che, come me, vogliono solo che i problemi vengano risolti e la città ricostruita.
Stai tranquillo, caro Carlo, che non siamo stati scelti da nessuno come esperimento pilota, perché nessuno di voi ha quell’umiltà che sarebbe necessaria per servirsi di un caso pratico che evidenzi i problemi da risolvere, sapete già tutto ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Non puoi non sapere che l’avviso pubblico sull’asse centrale è stato spinto alla pubblicazione dal fatto che a Piazza della Prefettura il 6 aprile scorso si sono aperti i cantieri, montati i ponteggi e le gru e dato inizio a tutti i lavori preliminari per la ricostruzione vera e propria e non puoi non sapere che avete richiesto fondi al Ministero dell’Economia per ricostruire l’intero centro storico, senza differenze di tipologia di proprietà, mentre a noi cittadini “dell’asse centrale”, così come a tutti i cittadini del centro storico, ci viene impedito di fare domanda di contributo per le seconde case dalle ordinanze vigenti che prevedono integrazioni solo sulle risultanze dei piani di ricostruzione.
Ancora al bravo Carlo Gizzi, conduttore della trasmissione, hai dichiarato che “i piani di ricostruzione si faranno solo dove servono”, bene, ti voglio avvisare che sull’asse centrale servono, pur senza variazioni urbanistiche. Ci dovete scrivere, ad esempio, che anche le seconde e terze case devono essere indennizzate e questo al fine di rivitalizzare e ripopolare il centro storico che potrebbe essere riabitato, oltre che dai proprietari, anche da affittuari con canoni calmierati perché nessun piccolo proprietario si può permettersi di investire ancora nel centro di L’Aquila dall’incerto futuro. Stessa cosa per gli immobili commerciali che, se ricostruiti interamente, potrebbero essere locati ad artigiani e commercianti con canoni calmierati e progressivi. Ci dovete scrivere che tutti gli immobili in muratura che fanno parte del tessuto urbano sono da considerarsi “immobili di pregio” e devono quindi avere una maggiorazione di almeno il 60% di indennizzo altrimenti non si possono ricostruire. Ci dovete scrivere che vogliamo ricostruire in sicurezza e rispettando l’ambiente, evitando il più possibile l’oramai passato di moda connubio vetro e acciaio, ma privilegiando pareti verdi e giardini verticali, facendoci le malte con le nostre macerie e creando così circuiti virtuosi che creano lavoro. Ci dovete scrivere i tempi della ricostruzione degli edifici pubblici che, essendo già finanziati, potrebbero essere di traino per quelli privati ed i tempi del ripristino dei sottoservizi, e ci dovete scrivere la vocazione di questa città, che non è quella degli “affari” nella speculazione edilizia, ma è quella del turismo e della cultura privilegiando investimenti produttivi che allarghino i nostri orizzonti e permettano ai nostri figli di scegliere di vivere a L’Aquila così come lo abbiamo potuto scegliere noi.
Con l’affetto di sempre”.


12 Agosto 2011

Categoria : Dai Lettori
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