Delitto Rea: forse slitta il riesame


Teramo – DNA ANCHE PER L’AMANTE DI PAROLISI? – LE TESI DEI DIFENSORI DEL SOTTUFFICIALE – Potrebbe slittare a dopo Ferragosto l’udienza, al tribunale del riesame dell’Aquila, sulla carcerazione di Salvatore Parolisi, accusato di aver ucciso la moglie Melania Rea. I tempi della giustizia non sono mai rapidi, in questo caso le procedure sono complicate e forse non si farà in tempo a tenere l’udienza in questa settimana. Intanto sia l’accusa che la difesa sono intente a raccogliere elementi. Le indagini si svolgono soprattutto sul piano tecnologico, su celle telefoniche e intercettazioni. Per il GIP di Teramo, è ipotizzabile anche ciò che da più parti si sostiene: segreti in caserma ad Ascoli, fatti e azioni da nascondere, ambienti torbidi. Non esiste, quindi, solo la pista passionale, ma non sono più avvocati o crinisti a dirlo, bensì il gip. Se non a dirlo, quanto meno a non escludere i segreti inconfessabili che forse Melania conosceva, almeno in parte.
Secondo, infine, quanto afferma oggi il quotidiano Il Centro, la Procura ha deciso che venga effettuato il test del Dna su Ludovica Perrone (foto). Nessuna smentita, quindi dev’essere così. Ludovica è la 27enne di Sabaudia legata sentimentalmente, insomma l’amante o la ex amante, almeno fino al giorno del delitto, al caporal maggiore dell’Esercito Salvatore Parolisi accusato, unico indagato, dell’omicidio della moglie Melania Rea. La Procura ha deciso che sul caporale dei Lancieri di Montebello, ex recluta della caserma ‘Clementi’ di Ascoli, venga effettuato l’esame del Dna. Pur avendo la giovane un alibi di ferro – il giorno del delitto era in caserma a Lecce – gli inquirenti intendono sgomberare il campo da qualsiasi sospetto. Sotto un’unghia di Melania, infatti, era stato trovato del Dna femminile. Una volta comparato il Dna della soldatessa con quello dell’unghia, sara’ possibile escludere con certezza Ludovica dalla scena del delitto. A Parolisi, intanto, in carcere a Teramo, e’ stata data la possibilita’ di parlare una volta alla settimana con la figlioletta che attualmente vive con i noni materni a Somma Vesuviana.
Gli avvocati difensori di Salvatore Parolisi, Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, sono al lavoro per confutare punto per punto i contenuti su cui il gip di Teramo Giovanni Cirillo ha basato l’ordinanza di custodia cautelare del caporalmaggiore. La presenza di un Dna estraneo alla coppia, riconducibile ad una persona di sesso femminile e di ulteriori tracce di un terzo soggetto maschile, portano il giudice Cirillo a ritenere che i profili genetici siano “estremamente parziali”. Per cui la pista di una donna che avrebbe preso parte all’aggressione sarebbe priva di fondamento cosi’ come di un terzo soggetto uomo “a meno di aver lasciato alcuna traccia di se’ per aver agito – scrive il gip – ad esempio munito di guanti”. Il legale di Parolisi, Valter Biscotti,la pensa esattamente al contrario. “Quel Dna c’e’ ed e’ scritto nelle relazioni medico-legali”, si limita a dire l’avvocato Biscotti il cui assistito continua ad essere l’unico indagato per l’omicidio della moglie Melania Rea avvenuto il 18 aprile scorso (il sottufficiale e’ in carcere dal 19 luglio). Secondo la difesa, quel materiale con Dna femminile, depositato sotto l’unghia dell’anulare della mano sinistra della povera Melania, sarebbe una delle prove dell’estraneita’ di Parolisi.


09 Agosto 2011

Categoria : Cronaca
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