La Via Verde dei trabocchi arriva, svanita quella Vestina dell’archeologia
L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – DOV’E’ FINITO IL PROGETTO ARCHEOLOGICO “INVENTATO” DALLA PEZZOPANE? – (Nelle foto, la Pezzopane dona il Guerriero a Rutelli, e sotto i tesori della necropoli di Fossa) – Un’ottima idea, di quelle che distinguevano l’intelligenza politica e personale di Stefania Pezzopane (allora presidente della Provincia), che aveva trovato attenzione e accoglienza nel mondo culturale, imprenditoriale, e presso l’allora Ministro Rutelli: comporre una lunga Via dei Vestini, da L’Aquila a Pescara, lungo l’altopiano di Navelli, la valle del Guerriero di Capestrano, la Valle del Pescara e l’area vestina di Penne. Un gigantesco parco archeologico dei popoli italici, ricco di decine di insediamenti preistorici, protostorici e storici, nelle terre in cui vissero gli italici e i progenitori dei successivi popoli preromani e romani, dai Piceni ai Vestini. L’ottima idea della Pezzopane era tale allora, tre o quattro anni fa, e lo è ancora di più oggi.
Presso Caporciano, di recente, l’archeologo D’Ercole (un uomo che equivale ad una benedizione per l’Abruzzo) ha scoperto in una necropoli già nota altre tombe, una delle quali grande e ricca, con armi, utensili e oggetti di arredo, prova scientifica di una rilevanza sociale dei popoli preromani (VII secolo avanti Cristo, Roma era apparsa da poco, minimo villaggio, sulla faccia del mondo…) che induce a riscrivere i libri di preistoria e protostoria. L’Abruzzo era molto di più di quanto si sapeva. Un amico archeologo prestato alla politica, Wladimiro Placidi, ci conferma: In quella necropoli ci sono migliaia di tombe, è enorme, prova che lassù vivevano grandi comunità di cui sappiamo ancora poco”.
Gli altri siti archeologici lungo questo parco virtuale sono numerosi e, alcuni, di enorme importanza, come la necropoli di Fossa, a suo tempo in copertina sulla prestigiosa rivista americana Nationl Geographic. Oggi in rovina quasi totale, persino danneggiata dal sisma del 2009. Insieme, si completano nel sito in cui spuntò il Guerriero di Capestrano, ma anche avanti verso l’area vestina pescarese e pennese.
Quel magnifico progetto inventato dalla Pezzopane, illustrato a Rutelli che ne era convinto assertore, è naufragato nel nulla, mentre sta andando avanti – e tutti gli abruzzesi ne debbono essere molto lieti e convinti assertori – il progetto della Via Verde lungo la costa dei trabocchi, in provincia di Chieti: un mare stupendo, sicuramente il più bel tratto costiero tra l’Abruzzo e la Romagna.
Amministratori lungimiranti e intelligenti, anche loro, lo stanno spingendo con coraggio e scelte determinate, che speriamo abbiamo risorse adeguate: occorrono 7,5 milioni, non una somma enorme. Ma l’Abruzzo turistico si avvanteggerebbe come mai prima di un simile percorso costiero, come avverrebbe se esistesse una Via Vestina dellì’archeologia preromana, dedicata ad un Abruzzo progredito e civilissimo di sei-sette secoli avanti Cristo. Cosa concludere? Che il progetto Pezzopane sia recuperato e reso concreto. Altro che industrie claudicanti e azzoppate: il turismo sarebbe la nostra cura. Se Battiato non si offende, la Cura.
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