Terremoto, esposto contro istituzioni


L’Aquila – L’avv. Fabio Alessandroni, foto, per conto delle associazioni delle vittime del terremoto, ha presentato in Procura l’esposto contro autorità e istituzioni aquilane, di cui il nostro giornale anticipò il 3 marzo scorso la preparazione. Il documento, di cui Alessandroni non ha rivelato i contenuti, è al vaglio della Procura, alla quale in sostanza si chiede di valutare se, prima del terremoto, siano stati messi in atto comportamenti penalmente rilevanti da parte del sindaco, della Provincia, della Regione e di tutte le altre istituzioni operanti a L’Aquila e a livello abruzzese. Il 20 settembre avrà inizio il processo alla Commissione grandi rischi, rinviata a giudizio al completo per non aver contributio a creare nella popolazione uno stato di cansapevolezza e di coscienza del rischio sismico. Non un processo alla scienza, quindi, come in cattiva fede qualcuno continua a ripetere, ma un processo a chi mediante la scienza ha il dovere di rendere consapevoli i cittadini delle reali situazioni e soprattutto di ciò che può succedere (storia alla mano, se non altro) in un’area già tre volte distrutta dal terremoto nei secoli. Grandi giornali del mondo (compresi il New York Timese e di recente la rivista scientifica più autorevole, Nature) hanno intervistato Vincenzo Vittorini (Fondazione 6 aprile) chiedendogli se desidera che la scienza sia condannata, se è questo che vuole. Vittorini ha con pazienza spiegato che nessuno ha mai pensato cose del genere.
Ora la Procura apre il fascicolo relativo all’esposto dell’avv. Alessandroni. L’esposto punta il dito contro tutti coloro che avendone responsabilità graze alle cariche elettive di cui erano titolari, avrebbero dovuto adottare comportamenti diversi da quelli tenuti anche poco prima del grande sisma, quando la terra tremava ogni giorno, terrorizzava migliaia di persone, toglieva il sonno e l’appetito, e non avvenne nulla per mettere in guardia la popolazione. Pur essendo tutti consapevoli che non esisteva una vera protezione civile e che non c’erano nemmeno delle aree organizzate e attrezzate per raccogliere la popolazione. Che, fra l’altro, non ci sono neppure adesso, a 28 mesi dal sisma.


07 Agosto 2011

Categoria : Cronaca
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