Non andiamo da nessuna parte


(di G.Col.) – 28 mesi lo scorso 6 agosto, dal 6 aprile 2009. Circa 850 giorni. Vi ricordiamo sommessamente la data, perchè corriamo a perdifiato verso l’autunno, l’inverno e la fine del 2011. Inutile aggiungere ricordi, sofferenze, disarticolazione di un’area e di una città. Sgarbi ha detto: “Berlusconi non pensi al ponte di Messina, pensi a ricostruire L’Aquila, è più importante”. Frase ad effetto, ma puntuale. Il ponte dovevano costruirlo i privati, L’Aquila lo Stato in tutte le sue espressioni multiformi e quasi sempre inette e inefficienti. Che per sovraccarico, invece di produrre qualcosa, litigano tra loro da mattina a sera, graffiandosi come prostitute lungo un marciapiede tra fuochi e bagliori di fari. Solo che le prostitute sono, talvolta, più piacevoli, e quasi sempre etère per bisogno o perchè sfruttate e rese schiave. Qui lo scontro è permanente, insensato, velenoso e più lo diventa (che sconcio) in vista delle elezioni del 2012. Uno scenario di squallore e scoraggiamento per tutti. C’è chi invita all’unità degli aquilani, c’è chi vuole dimissioni in massa, c’è chi scrive su ignobili cartelli frasacce e grevi affermazioni, con propositi ribollenti, nei confronti del sindaco. C’è di tutto, meno quello che servirebbe: la ricostruzione. Nemmeno può considerarsi ritardataria, ma imminente. E’ soltanto uguale a zero. Ecco perchè scottano, bruciano questi 28 mesi, in attesa del 29/mo, perchè ad agosto non accade nulla. Figuriamoci l’impossibile.



06 Agosto 2011

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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