Opinioni – Maglia nera e fiato sospeso
(di Carlo Di Stanislao) – Come era logico attendersi il discorso di Berlusconi non ha convinto nessuno e oggi Piazza Affari registra l’ennesimo crollo, vestendo la “maglia nera” delle borse europee. Stamani, infatti, a tutte le Borse del Vecchio Continente sono passate al negativo, ma Milano (-1,5%) insieme a Stoccolma ha segnato il passivo più pesante. Lo Stxe 600, l’indice che fotografa l’andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, cede circa un punto percentuale, ma Milano perde il 2,24%, con l’indice e Ftse Mib che segna un -2,28% a 16.617 punti, mentre l’All Share cede il 2,24%. Scivolano Tenaris -11,74%, Fiat Industrial -6,48%, Fiat -4,93%, e Unicredit -3,84%. Raffiche di sospensioni tra i bancari: Banco popolare (-2,50% teorico), Bpm (-1,64%), Ubi (-2,63%), Intesa sp (-1,53%). Sospesi anche Saipem (-5,01%), Fonsai (-2,37%), Buzzi (-2,53%) e Impregilo (-2,21%). La Bce ha lasciato invariato all’1,50% il tasso di riferimento dell’Eurozona. Di riflesso rimangono fermi anche i saggi sui prestiti dallo sportello marginale (2,25%) e sui depositi (0,75%). La decisione, ampiamente prevista dagli osservatori e gia’ incorporata dal mercato, sara’ illustrata dal presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, in una conferenza stampa in programma all’Eurotower di Francoforte alle 14.30 di oggi. La Bce ha interrotto in aprile la lunga fase di stabilita’ dei tassi (al minimo storico dell’1%) dovuta alla crisi, e ha deciso un aumento di 25 punti base seguito da una seconda stretta, sempre di un quarto di punto, in luglio. mercati chiedono all’Italia solidità dei conti pubblici e crescita economica, per questo è necessario che il Governo continui a lavorare in queste settimane approvando al più presto nuove misure per uscire dalla crisi. E’ quanto sostengono le parti sociali in un documento congiunto siglato stamani prima dell’incontro con il Governo e illustrato dal presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Analisti e commentatori ritengono che il Governo, per rassicurare i mercati, dovrebbe anticipare alcune delle misure previste nella manovra da 48 miliardi per il 2013 e 2014 finalizzate al pareggio di bilancio. Le parti sociali sono perplesse sull’impegno del Governo ad azzerare il fabbisogno nell’ultima parte del 2011: “rischia di scaricare maggiori oneri sul 2012. Noi, invece, riteniamo che si debbano prendere provvedimenti strutturali capaci di incidere sulle tendenze di fondo della spesa pubblica”. Vedremo oggi come se la caverà Berlusconi con le parti sociali che si presentano all’incontro ”con un documento comune”, basato su sei punti. L’incontro è cominciato poco dopo le 11 e sono presenti oltre al premier Berlusconi e al ministro dell’Economia Tremonti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Letta, i ministri per lo Sviluppo economico Romani, delle Infrastrutture Matteoli, del Lavoro Sacconi, della Funzione pubblica Brunetta, per la Semplificazione Calderoli, per i Rapporti con le regioni Fitto, dell’Istruzione Gelmini, dell’Agricoltura Romano. Mentre sono 36 le organizzazioni, tra sindacati e mondo delle imprese, che vi prendono parte e fra loro: il leader di Confindustria Emma Marcegaglia, e i segretari generali della Cgil Susanna Camusso, della Cisl Raffaele Bonanni, della Uil Luigi Angeletti, dell’Ugl Giovanni Centrella. i punti messi all’ordine del giorno dalle parti sociali: pareggio di bilancio nel 2014, costi della politica, liberalizzazioni e privatizzazioni, sblocco degli investimenti, semplificazione e pubblica amministrazione, mercato del lavoro. “Noi siamo a disposizione nei prossimi giorni e nelle prossime settimane – si legge nel documento comune delle parti sociali -. Riteniamo che il Consiglio dei Ministri debba assumere decisioni rapidamente e sottoporle al Parlamento senza soluzioni di continuità. Non possiamo permetterci di rimanere fermi e in balia dei mercati fino a settembre. Il confronto non può esaurirsi in un incontro. Ma l’incontro di oggi non può esaurirsi in un avvio”. Certamente la tensione è alta, mentre la crisi finanziaria incombe sull’incontro. Il Segretario della Cgil Camusso ha bocciato (ma sembra che sia opinione anche delle altre sigle sindacali), il progetto annunciato ieri dal Premier Berlusconi alla Camera, quello sulla riforma dello Statuto dei Lavoratori. Le parti sociali hanno offerto al Governo un piano di ripresa e rilancio dell’economia. “Dopo il rigore occorre creare le condizioni per lo sviluppo”, spiegano le parti sociali nel riassumere i punti della proposta comune. Berlusconi ha aperto la riunione invitando tutti a uno sforzo corale per uscire dalla crisi ma ha deluso chi si aspettata l’annuncio di qualche misura concreta. Riferisce una fonte sindacale che l’intervento del premier, durato circa 25 minuti, è stato per lo più uno sfogo sul tema della giustizia – ostilità della magistratura e Corte Costituzionale, necessità di una legge sulle intercettazioni – e una lamentela per gli scarsi poteri del capo del governo. La qual cosa non è certo servita a distendere gli animi dei prsenti, interessati a risolvere ben altri argomenti.
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