Delitto Rea, Parolisi non risponde al gip


Teramo – SPUNTANO NUOVI IPOTETICI RETROSCENA DEL DELITTO – ORA TOCCA AL RIESAME – Nuova perquisizione, oggi, nell’appartamento di Folignano (Ascoli) a suo tempo abitato da Parolisi (foto) e dalla moglie Melania. Intanto, per la seconda volta davanti al gip, stavolta quello di Teramo, Salvatore Parolisi si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere. Il marito di Melania Rea, accusato dell’omicidio della donna, davanti al giudice che lo ha interrogato questa mattina nel carcere di Castrogno, come era stato largamente anticipato, ha deciso di non rispondere alle domande. Gli avvocati del caporal maggiore, Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, seguendo la strategia difensiva fin qui adottata, produrranno subito ricorso al Tribunale del Riesame a L’Aquila. L’interrogatorio di garanzia si e’ svolto stamane intorno alle 9.30 per concludersi in pochissimo tempo. I magistrati doverebbero sentire in giornata anche il medico legale, Tagliabracci.
Per il giudice delle indagini preliminari Giovanni Cirillo, esiste il pericolo di reiterazione del reato da parte di Salvatore Parolisi, accusato dell’omicidio di Melania Rea. E’ un altro elemento che va ad aggiungersi al mosaico dei presupposti su cui il giudice ha basato la misura cautelare della custodia in carcere del caporalmaggiore, rinchiuso in carcere prima a Marino del Tronto ad Ascoli ed ora a Castrogno a Teramo, dal 19 luglio. “Non vi e’ dubbio – scrive Cirillo nell’ordinanza – che e’ in atto una situazione potenzialmente e concretamente pericolosa, dove taluno – anche tra i familiari e gli amici di Carmela Rea e proprio in relazione alla morte di costei – si dovesse porre in contrasto con l’indagato, cosi’ creando i presupposti per nuovi fatti di sangue”. La procura di Teramo ravvisa il movente dell’omicidio nell’”impellente esigenza di risolvere l’insostenibile conflitto creatosi tra le due vite parallele (quella con Melania e Ludovica ndr) che avrebbe generato un corto circuito che lo avrebbe indotto a sopprimere fisicamente la propria consorte”. Per il giudice, gli indizi di colpevolezza su Salvatore Parolisi ci sono tutti. La pensano diversamente, invece, gli avvocati dell’uomo Valter Biscotti e Nicodemo Gentile.
Secondo insistenti voci, che corrono tra giornali e televisioni con sempre maggiori particolari, si fa strada concretamente l’ipotesi che il delitto sia stato commesso non per motivi passionali o di gelosia, ma per impedire che Melania rivelasse storie torbide e “segreti” della caserma femminile di Ascoli. Storie di droga e di transessuali (alcuni nomi sospetti trovati a Parolisi), ma anche una storia inquietante: una soldatessa legata ad una branda tra candele accese. I particolari emergono dalla lettura dell’ordinanza che conferma la carcerazione di Parolisi.


04 Agosto 2011

Categoria : Cronaca
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