Chiodi? E’ Terminator (dei debiti)
(di G.Col.) – L’uomo (delle specie protetta dei commercialisti bravi) che sta tentando di risanare i conti della sanità in Abruzzo, e che la sera del 3 agosto ha portato a casa uno storico accordo con i sindacati, di nome Gianni Chiodi, è uno che almeno ci sta provando. E riesce a farsi dare pure 225 milioni dal governo… Con una pervicacia al titanio, controlla la fornace dei conti regionali come i piloti sul pianeta Marte, nei film di fantascienza, guidano i rover. E’ finito nel mare magnum dei debiti, delle ruberie, delle somme astronomiche dirottate chi sa da chi e chi sa dove, per anni e anni. Era il mare malsano della sanità , assai più rosso sangue del Mar dei Sargassi che Colombo solcò terrorizzato, ma tenace, prima di imbattersi nel nuovo mondo. Chiodi lo ha superato, le sue caravelle vedono terra: sarà il nuovo mondo dei conti a posto, per la prima volta nella storia, in Abruzzo? Nessuno può dire come davvero andranno le cose, dopo, con ticket e costi lievitati, cinghie strette a morte, appetiti non più saziati di potenti che si cibavano di nefandezza, attenti solo al dio denaro. Nel nome della salute della gente. Per di più Chiodi va inaugurando sale operatorie e apparecchiature per la salute. Sempre più pallido e tirato, ma sicuramente inebriato dal profumo della vittoria. Ci sta provando, infatti, e anche riuscendo. Non eravamo abituati a politici tenaci, caparbi, avvezzi a navigare tra debiti e partite doppie da capogiro. L’ultimo politico tenace, costruttore di fatti, detto il padrino, Remo Gaspari, è trasmigrato in altri mondi pochi giorni fa. Da lui a Chiodi, non s’era visto niente di così realistico e puntuto. Comunque la pensiate, ammettetelo: Chiodi è un combattente, non sarà mai una mezza calzetta da poltrona raccomandatoria, navigante da un emolumento e il successivo. Lui lo stipendio, e anche gli alamari, da governatore, se li guadagna. Alamari che diventeranno, se tanto ci dà tanto, una greca da generale.
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