Premiazioni al Festival di Roseto
Roseto – (di Carlo Di Stanislao) – Rosa d’oro a “Ed in terra pax”, menzione speciale per “Venti Sigarette”, Rosa d’argento al Presidente della giuria Mario Moretti e analogo riconoscimento all’Istituto Cinematografico “Lanterna Magica” de L’Aquila, nel corso della cerimonia conclusiva della XVI edizione del Roseto Film Festival Opera prima, ieri sera alle 21, presso l’Arena all’aperto della Villa Comunale della ridente cittadina rivierasca. Diretto da Matteo Butrugno e Daniele Coluccini, “Ed in terra pax”, è un esordio veritiero e coraggioso, che getta uno sguardo disincantato sulla marginalità dell’estrema periferia romana: luogo di desolazione esistenziale e di ineluttabile condanna. Quanto a “Venti Sigarette” di Aureliano Amadei, è la storia suggestiva di un giovane ragazzo che parte per l’Iraq con tutti i suoi ideali, convinto di arrivare in luogo dimenticato da tutto e tutti per realizzare un film sulla “missione di pace” italiana , ma che, in maniera inaspettata, si ritrova a vivere una realtà totalmente diversa, realtà che lo travolge lasciando segni indelebili sul corpo e nell’anima. La colonna sonora di Louis Siciliano accompagna l’andamento narrativo con un’accurata sovrapposizione di forma e contenuto: musiche smaliziate per la vita in centro sociale e ritmi più serrati e angoscianti per quella al campo militare. Le venti sigarette del titolo, fumate con disinvoltura dal convincente Vinicio Marchioni, bruciano lo scorrere del tempo. In occasione della premiazione, si è ribadita, da parte del sindaco e dell’assessore alla cultura del comune di Roseto, la volontà di procedere nella direzione di questo appuntamento cinematografico estivo, per offrire, a giovani autori, opportunità difficilmente presenti nel panorama cinematografico italiano. Gli stessi amministratori, con il direttore artistico Tonino Valerii e il coordinatore Mario Giunco, hanno poi ribadito che, negli anni a venire, sempre più stretta sarà la collaborazione con l’Istituto Cinematografico “Lanterna Magica”, che con i suoi contenuti si è già dimostrato in grado di riempire di valori aggiunti un evento estivo che sta sempre più assumendo carattere e caratura di portata nazionale. Dal canto suo l’Istituto ha ringraziato per l’opportunità offerta dalla “vetrina rosetana” ed invitato il maestro Valerii a realizzare a L’Aquila, per la prossima primavera, una rassegna sul suo cinema, con la proiezione di quattro pellicole, testimonianza di un lavoro artigianale apprezzattissimo all’estero (soprattutto negli Stati Uniti), ma forse poco valutato da noi. Oltre che di wetern di grande valore (“I giorni de l’ira”, “Il prezzo del potere”, “Una ragione per vivere ed una per morire”, “Il mio nome è nessuno”), Valerii ha anche diretto eccellenti film drammatici (“Una ragazza di nome Giulio”; “Una vacanza all’inferno”), gialli (“Mio caro assassino” e “Per il gusto di uccidere”) ed eccellenti polizieschi (“Vai gorilla”). Valeriii iniziò a farsi notare nel panorama del cinema italiano con il film Tutto è musica di Domenico Modugno, del quale scrisse il soggetto. Subito dopo il regista fu incaricato di r scrivere la storia di La cripta e l’incubo di Camillo Mastrocinque. Solo pochi mesi dopo, sempre nel ’64, il regista si fece notare dall’icona nascente dello spaghetti-western del tempo, Sergio Leone e ne fu assistente prima ed epigone di alto livello poi. Il suo film più celebre resta “il mio nome è nessuno”, un melanconico inno al tramonto del West, ma il più bello (secondo noi e molti altri), resta “I giorni de l’ira”, dal romanzo di Ron Barker, Der Tod ritt dienstag, sceneggiato da Ernesto Gastaldi, con due star del tempo: Giuliano Gemma e Lee Van Cleef, quest’ultimo reduce dai successi ottenuti con Il buono, il brutto, il cattivo e Per qualche dollaro in più. Il film di psicologico e violento, com’era già stato Per il gusto di uccidere, è rimasto anche per la colonna sonora realizzata da Riz Ortolani, recentemente utilizzata anche in Kill Bill vol. 2 da Tarantino, grande appassionato del regista montoriese.
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