Cinema – Controcampo a Venezia
(di Carlo Di Stanislao) – Nella sezione “Controcampo italiano”, storico segmento del Festival del Cinema di Venezia, presieduto quest’anno dall’attrice Roberta Torre (che alla Mostra 2010, aprì la stessa sezione, con “I baci mai dati”, uno dei pochi veri successi internazionali del nostro cinema recente), saranno presentate molte opere italiane: “Cose dell’altro mondo” di Francesco Patierno con Diego Abatantuono, Valerio Matandrea, Valentina Lodovini.; “Il maestro”, corto per la regia di Maria Grazia Cucinotta e “Scialla!” di Francesco Bruni, tutte opere di cui si dice un gran bene e da cui si attende molto. Gli ultimi due titoli segnano altrettanti debutti alla regia: dello sceneggiatore Francesco Bruni (Premio David di Donatello e Nastro d’Argento 2010 per “La prima cosa bella” di Paolo Virzì), che apre la manifestazione con “Scialla!” e “Il maestro”, con proiezione il 2 settembre, un corto dell’attrice e produttrice Maria Grazia Cucinotta. Espressione tipica del gergo giovanile romano per intendere ”lascia stare”, ”stai tranquillo” – “Scialla!”racconta di Luca (Filippo Scicchitano), quindicenne romano, irrequieto, cresciuto senza un padre, inconsciamente alla ricerca di una guida, e di Bruno (Fabrizio Bentivoglio), un professore senza figli che ha lasciato l’insegnamento per rifugiarsi nell’apatia delle lezioni private. Accanto a Fabrizio Bentivoglio anche Barbora Bobulova, Vinicio Marchioni e il giovanissimo esordiente Filippo Scicchitano. Completano il cast Giuseppe Guarino, Prince Manujibeya, Arianna Scommegna, Giacomo Ceccarelli, Raffaella Lebboroni. Produttore esecutivo del film è Rita Rognoni per Pupkin Production. “Scialla!” è prodotto da Beppe Caschetto per IBC Movie in collaborazione con Rai Cinema e sarà distribuito da Rai Cinema/01 Distribution. Quanto al corto della Cucinotta è ispirato alla storia del nonno e racconta la vita di un insegnante, interpretato da Renato Scarpa, che dopo una vita dedicata al lavoro, una volta in pensione si ritrova solo e abbandonato. Nel cast, anche Nicholas Gianserra e Giselda Volodi. Il cortometraggio è prodotto dalla Seven Dreams Productions di Maria Grazia Cucinotta e distribuito da Diva Universal. Inevitabile sarà, per questo corto, il confronto con “il maestro di Vigevano”, scritto da Mastronardi, ma più noto per l’interpretazione che ne ha dato l’attore Alberto Sordi, ambientato nella provincia settentrionale travolta dalle trasformazioni sociali dello sviluppo economico degli anni ’60, che contrappone due mondi completamente diversi ma entrambi in crisi profonda: quello della scuola, abitato da maestri frustrati e mediocri, che non vivono certo la loro funzione come se fosse una “missione”, concentrati solo su modesti miglioramenti salariali; e quello della fabbrica, duro, cinico, orientato esclusivamente al denaro. Quel film di Elio Petri è riuscito, nel ’63, a ritrarre un’Italia che è viva ancora oggi: cinica, gretta, ignorante, stupida, idiota, insensibile, fuori dalla storia, sempre corrotta, sempre avida, sempre ributtante. Ma, probabilmente, le intenzioni della Cucinotta sono più intimistiche e personali. Vedremo presto i risultati. Tornando a “Controcampo italiano”, rimane di parlare del terzo film nostrano (in tutto a Venezia ce ne sono 15, quest’anno) in concorso: “Cose dell’altro mondo” di Francesco Patierno, prodotto da Rodeo Drive e distribuito da Medusa, che racconta con l’ironia di Diego Abatantuono, Valerio Mastandrea e Valentina Lodovini la storia di un paesino del Veneto dove all’improvviso gli immigrati spariscono e gli italiani devono cavarsela da soli. Ora, va detto, che poche pellicole, prima di questa, avevano suscitato tanto clamore nel Nordest ancor prima di essere realizzate. Dall’inizio delle riprese il sindaco di Treviso, Gian Paolo Gobbo, aveva rifiutato i permessi alla troupe che fu costretta a rifare il piano delle location, a disdire le camere d’albergo già prenotate da tempo, a mandare all’aria gran parte del lavoro e trasferirsi, con grande soddisfazione di commercianti e primo cittadino, a Bassano del Grappa. Ma nonostante tutto, Francesco Paternio c’è la fatta a tornare, con un suo scomodo film, nel Veneto e passando dalla porta principale, entrando fra i canditati al premio della sezione veneziana dedicata alle nuove tendenze del cinema di Casa Nostra. “Questo film offende la memoria di mio padre, sono pronto a querelare tutti”, aveva dichiarato Thomas Panto, figlio di Giorgio Panto, l’ex patron di Antenna, 3 morto nel 2007; ma non tutti, anche a Nord, lo hanno osteggiato. Ad esempio il sindaco di Bassano del Grappa, che ha accolto la troupe a braccia aperte ed ora che la pellicola è a Venezia, si gode il momento di gloria legato alla sua scelta oculata e in controtendenza. Francesco Paterno, napoletano doc, nel 2003 gira “Pater familias”, una pellicola dal grosso impatto emotivo, tratta dal romanzo di Massimo Cacciapuoti e la presenta al Festival di Berlino. Ambientata a Casoria, la pellicola narra di un gruppo di adolescenti “dannati” e senza speranza. Sullo sfondo, il degrado delle periferie urbane, ma soprattutto lo squallore delle relazioni affettive e familiari di questi emarginati “brutti, sporchi e cattivi”; padri che sputano in faccia alle figlie, mogli trattate come bestie da mariti perennemente in calore, adolescenti che danno sfogo alla loro più bassa istintualità. Prima di allora, laureato in Architettura, aveva progettato allestimenti tecnico-scenografici, realizzato servizi televisivi per la RAI, videoclip di Eros Ramazzotti, spot pubblicitari e, nel 199, vinto il concorso di Antennacinema con un progetto televisivo sulla realtà virtuale e realizzato il film di montaggio Fellini dalla A alla Z. Per concludere su “Controcampo italiano”, la sezione, quest’anno, presenterà oltre a sette lungometraggi narrativi, anche sette cortometraggi (e sette documentari, tutti in prima mondiale e tutti in competizione nelle rispettive categorie, con due nuovi premi per i cortometraggi e per i documentari.
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