Enogastronomia, fallimento abruzzese: il prezzo di inettitudine e consolidate inerzie


6bd24ae59b0293e81L’Aquila – Il turismo enogastronomico in Italia vale circa cinque miliardi di euro e salgono a 4-471, ben 75 in piu’ rispetto allo scorso anno, i prodotti agroalimentari regionali, come souvenir o per allietare le tavole dei turisti. Ma, come sempre nel turismo, l’Abruzzo è tra gli ultimi. Una delle prove che anni, risorse e nomine di persone incompetenti e inadeguate, hanno mantenuto turisticamente la nostra regione a livelli bassissimi. Ora gli altri crescono e corrono, e noi dobbiamo faticare a morte per tenerci a galla.
La Regione dovrebbe interrogarsi sulle proprie sceltedel passato, le proprie colpe e gli errori commessi e ripetuti, per politica e per inettiduine.
I dati emergono dall’indagine della Coldiretti sull’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali delle regioni. Per l’estate 2009 il turismo enogastronomico si conferma – sostiene la Coldiretti – il vero motore della vacanza made in Italy che e’ l’unica nel mondo a poter offrire la piu’ ampia varieta’ di prodotti tradizionali regionali ma anche il record comunitario nella produzione biologica, ben 180 denominazioni di origine riconosciute a livello europeo, mentre sono 477 i vini a denominazione di origine. La maggioranza degli italiani (50,3%) non si fa infatti mai mancare in vacanza la degustazione delle specialita’ enogastronomiche locali secondo una analisi Swg.
Naturalmente altri più capaci di noi primeggiano e conquistano posizioni e risorse. Al primo posto, la Toscana con 465 specialita’ seguita sul podio da Veneto (371) e Piemonte (366) ma ottimi posizionamenti si riscontrano per Lazio (354) e Campania (335). A seguire ci sono Liguria (295), Calabria (272), Sicilia (239), Emilia-Romagna (225), Puglia (220), Lombardia (209), Sardegna (179), Molise (159), Friuli-Venezia Giulia (151), Marche (149), Abruzzo (143), Trento (109, ) Bolzano (92) Umbria (70), Basilicata (46) e Val d’Aosta (31). A prevalere tra le specialita’ ‘salvate dall’estinzione’ sono – sottolinea la Coldiretti – i 1.341 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1.254 verdure fresche e lavorate, 745 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 460 formaggi e 153 bevande tra analcoliche, liquori e distillati, alla pari con i prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro, ecc.). In dieci anni, rispetto al luglio 2000 quando e’ iniziato il lavoro di catalogazione a livello regionale, i prodotti censiti sono piu’ che raddoppiati grazie all’impegno degli imprenditori agricoli nel recupero delle tradizioni. Un risultato – continua la Coldiretti – finalizzato a proteggere dalle falsificazioni e a conservare anche in futuro nella sua originalita’ il patrimonio gastronomico nazionale che rappresenta una componente determinante per la competitivita’ del Made in Italy.
(Nella foto: In Abruzzo abbiamo tante specialità, ma nessuno è mai riuscito e creare una vera enogastronomia regionale: dissennata gestione del turismo per decenni)


04 Luglio 2009

Categoria : Economia
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