Delitto Rea, Parolisi da Ascoli a Teramo
Teramo – NUOVI ELEMENTI IN MANO ALLA DIFESA – Salvatore Parolisi (nella foto del 19 luglio scorso) il caporalmaggiore dell’esercito accusato dell’omicidio della moglie Melania Rea, e’ stato trasferito questa mattina dal carcere di Marino del Tronto, ad Ascoli, a quello di Teramo. Il trasferimento era atteso, dopo il passaggio dell’inchiesta alla Procura teramana, per competenza territoriale. I pm di Teramo hanno gia’ depositato la richiesta di arresto bis per Parolisi. Sara’ ora il gip a decidere. Il caporalmaggiore, che resta l’unico indagato per il caso, e’ accusato di omicidio pluriaggravato dal grado di parentela e dalla crudelta’ e vilipendio di cadavere, in eventuale concorso. La caccia al presunto complice, che avrebbe partecipato al delitto, in relazione al vilipendio del cadavere effettuato per depistare le indagini nei giorni successivi al 18 aprile scorso – quando sembra ormai chiaro Melania e’ stata assassinata nel bosco di Ripe di Civitella – non ha dato esito. Cosi’ come non lo hanno dato gli appelli degli inquirenti diffusi dai media, al telefonista anonimo che chiamo’ da una cabina pubblica di Teramo il 20 aprile, per segnalare la presenza del corpo senza vita.
La difesa si prepara intanto ad affrontare il giudizio del tribunale del riesame dell’Aquila, che dovrà pronunciarsi sulla carcerazione o meno di Parolisi, se il gip di Teramo la confermerà come richiesto dalla procura. Vi sarebbero, secondo quanto è stato riferito da alcune televisioni nazionali, nuovi elementi: in particolare una foto scattata da alcuni ragazzi nel pianoro delle altalene, il giorno del delitto. Nella foto una sagoma indistinta, quella di un’auto, simile a quella di Parolisi, parcheggiata presso alcuni alberi. Per la difesa, proverebbe che Parolisi dice la verità quando afferma di essere rimasto nel piazzale con la bambina, dopo che la moglie Melania si era allontanata. L’immagine è molto sfumata e gli avvocati sperano di renderla più chiara mediante speciali procedimenti tecnici. Per loro, il sottufficiale ha comunque detto la verità .
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