Elemosinare l’aiuto a non soffrire
(di G.Col.) – Uno sfortunato ragazzo paraplegico di Silvi, che oggi 28 compie 22 anni, Stefano, chiede un regalo: poter smettere di soffrire. Una macchina che aiuta il suo corpo infelice a provare meno dolore, da mattina a sera e da sera a mattina, subirebbe le interferenze di una cella telefonica della Vodafone che torreggia presso l’abitazione di Stefano. Da mesi la famiglia chiede di spostare la cella altrove. Stefano, dal canto suo, vorrebbe questo regalo per il suo genetliaco. Elemosinare l’aiuto a non soffrire. E non avere risposte. Doversi umiliare sui mass media per ottenere una cosa del genere. Con quanta pazienza e calma serenità la famiglia invoca questo dono… Una storia che strazia, specie pensando ai telefonini, all’uso che ne fanno i coetanei di Stefano, alle manie e ai complessi di imbecillità collettiva legati a questa divinità colloquiale. Diremmo, se non fosse inutile, che in un posto civile nessuno dovrebbe pregare per smettere di soffrire, e ancor meno dovrebbe farlo ai piedi di un traliccio per celle telefoniche. Diremmo che un mondo così sarebbe meglio farlo sparire in santa pace. Diremmo che cose del genere non dovrebbero accadere. Se lo facessimo, ci accusarebbero di retorica e di inclinazione a strappare lacrime. Dunque lo diciamo lo stesso e con forza, urlando, perchè un mondo così è semplicemente orribile. E a soffrire per questo dovremmo essere tutti. Speriamo di essere stati utili nell’umiliante coro delle preghiere per aiutare Stefano, il quale chiede solo di provare meno dolore, mentre tutti telefonano e impazzano sullo smartphone, parola che significa telefono intelligente, e invece dovrebbe chiamarsi telefono idiota.
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