Rischio sismico? Finalmente l’Abruzzo s’è desto
L’Aquila – (Foto: a sinistra la faglia di Onna nel 2009, a destra le faglie attive nel Centro Italia) - E’ ben strano, anzi totalmente dissennato, che in un territorio altamente sismico come l’Abruzzo non esistesse l’obbligo della microzonizzazione dei suoli, cioè dell’esame attento e scrupoloso “prima” di consentire costruzioni. Per decenni, ci si è comportati come se il rischio terremoto fosse ipotetico e vago, mentre la storia dimostra che le cose stanno ben diversamente. Poi è arrivato l’aprile 2009 e la politica si è ridestata, arrivando, peraltro con grande calma, alle decisioni assunte solo oggi. Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza il progetto di legge “Norme per la riduzione del rischio sismico e modalita’ di vigilanza e controllo su opere e costruzioni in zone sismiche”. Due le novita’ principali contenute nel testo, che recepisce la normativa statale in materia. E’ previsto il ritorno al regime delle autorizzazioni preventive per gli edifici da realizzare nelle zone classificate al alto rischio sismico (livelli 1 e 2). Tutti i progetti, dunque, saranno soggetti alla valutazione degli uffici del Genio Civile. Per le costruzioni nelle zone a rischio piu’ basso (livelli 3 e 4) resta invece in vigore l’attuale normativa, che prevede il controllo a campione sui manufatti realizzati. La legge introduce inoltre la microzonizzazione sismica di tutti i Comuni abruzzesi, che riceveranno contributi statali e regionali per sostenere interamente i costi dell’elaborazione degli studi, affidati a geologi iscritti in un apposito elenco gia’ predisposto. Come volevasi dimostrare: fino ad oggi nessun accertamento scrupoloso sul sottosuolo era obbligatorio.
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