Dov’è il progetto di rinascita?
L’Aquila – (lettera aperta di Ugo Centi) – Si dice: la città si è sempre ripresa, dalle crisi, dalle decadenze, dai sismi. Ed è vero, L’Aquila ha avuto periodi grigi e ne è uscita. Ma c’è un ma: allora la Città c’era. Quel che oggi rischia di mancare è la Città in quanto tale. Beninteso: gli edifici, le chiese, i monumenti (forse) si rifaranno. E magari (chissà tra quanto) meglio di prima. Valgono troppo per essere lasciati in rovina. Ma la città non è solo un insieme di muri. La città sono le attività, il tran tran giornaliero, una comunità che vi si riconosce. Ed è qui il punto. Se le abitazioni divenissero bed and breakfast non sarebbe la stessa cosa. Nei tempi passati nel centro-strico dell’Aquila vivevano 20-30 mila abitanti. Prima del terremoto ne erano 10-12mila. Oggi zero, per forza di cose: una città “svuotata”, meta magari di turisti o studenti, che però non la “abitano” nel suo centro. Ora: qual è il “progetto” per questa parte di città? Non il progetto della ricostruzione fisica, ma quello politico, qual è? C’è qualcuno che saprebbe spiegarlo con poche e semplici parole?
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