Borsacchio, paesaggio e ambiente


Roseto – Franco Sbrolla (http://www.francosbrolla-roseto.it) ci invia il seguente intervento: “La Riserva naturale Borsacchio parte seconda: il paesaggio e l’ambiente. Fino agli anni sessanta, le attrattive dello stupendo paesaggio, a nord del torrente Borsacchio, continuavano ad essere ammirate solo dai pochi abitudinari che ardivano immergersi nel silenzio e nella natura inalterata.
Raccontavano inoltre, i novelli esploratori, di aver provato sensazioni così piacevoli da indurli a riconsiderare ed a minimizzare le varie angustie della vita. In conseguenza di quel misterioso elisir, che nel periodo estivo attirava sempre più turisti, il 27 marzo 1963, su delibera della “Commissione provinciale di Teramo per la protezione delle bellezze naturali”, veniva emanata la Dichiarazione di notevole interesse pubblico della fascia costiera da Cologna Spiaggia a Roseto degli Abruzzi.
Nello stesso decreto, pubblicato sulla G.U. n. 98 dell’11 aprile 1963, il Ministro per la Pubblica Istruzione, di concerto col Ministro per la Marina Mercantile, riconosceva, ai sensi della legge 29 giugno 1939, “che la zona predetta ha notevole interesse pubblico perché costituita da lussureggianti boschetti di pioppi, pini ed altre essenze, con alberi che arrivano in alcuni punti a pochi metri dalla linea della battigia, forma numerosi punti di belvedere aperti al pubblico, a chi percorre la strada statale n. 16 Adriatica o la ferrovia, dai quali possono godersi meravigliosi e talora estesissimi panorami sul mare, sugli arenili e sui frastagliati profili costieri, così da offrire inoltre un susseguirsi di incantevoli quadri naturali”.
In data 25 ottobre 1969, un nuovo Decreto estendeva fino alla collina il vincolo già imposto, riconoscendo che le due zone, fascia costiera e parte collinare, “formano un complesso di punti di belvedere pubblici e di quadri naturali di incomparabile bellezza, interdipendenti fra loro per il concorrere degli stessi punti di vista: dal mare e dalle strade in pianura verso i colli e le alture dell’interno, dalla strada statale e dalla ferrovia verso il mare e le alture suddette e infine da queste ultime e dai loro molti versanti verso la pianura, il mare e il vario andamento della costa e della spiaggia. Tutto concorrente a formare un eccezionale insieme di bellezze panoramiche”.
Pertanto il Ministro per la Pubblica Istruzione, di concerto col Ministro per il Turismo e lo Spettacolo, decretava l’ampliamento del vincolo e lo stesso Decreto veniva pubblicato sulla G.U. n. 291 del 18 novembre 1969.
La presenza di una sensibilità così espressiva, forse mai riportata in altri contesti giuridico-ministeriali, ci fa comprendere che solo il fascino di quell’area poteva riuscire a trasformare l’abituale frasario burocratico in una ben distribuita composizione di versi poetici.
Riguardo poi alle caratteristiche ambientali del Parco a Mare Devincenzi, ridenominato Mazzarosa e antesignano della Riserva naturale Borsacchio, così si è espresso il prof. Giovanni Pacioni:
“E’ l’unico ambiente costiero della Regione Abruzzo con la serie di vegetazione psammofila, dalla duna pioniera ad un retroduna consolidato con preziosi endemismi vegetali, anche secolari, di Leccio (Quercus ilex) e Pino d’Aleppo (Pinus halepensis). All’interno della superficie non ancora devastata sono state rilevate ben cinque specie di notevole importanza fitogeografica per l’estrema rarefazione lungo la costa dell’intero Adriatico: il “giglio di mare” (Pancratium maritimum), la splendida Calystegia soldanella, Polygonum maritimum, Verbascum niveum garganicum e Iris fetidissima.
Tra gli animali presenti stabilmente si annoverano diversi mammiferi roditori ed insettivori e sono molti gli uccelli nidificanti, fra i quali il Fratino, protetto dalla Direttiva 79/409 dell’Unione Europea.
Pur nelle ridotte dimensioni l’area rappresenta una importantissima riserva di biodiversità, unico ed

ultimo rifugio per numerose specie vegetali, animali e fungine”.
In una ricerca commissionata dal Comune di Roseto al prof. Gianfranco Pirone, autore di oltre 50 lavori scientifici, le conclusioni sull’area Cologna – Borsacchio, riportate nel n. 1/2005 della prestigiosa rivista “Micologia e vegetazione mediterranea”, sono le seguenti:
“Si sottolinea la presenza di elementi floristici di particolare importanza fitogeografica in relazione alla loro rarità e, tra i popolamenti vegetali, quelli meritevoli di attenzione sono: nucleo di pineta e viale di lecci a Villa Mazzarosa, frammenti di olmo frassino e di pioppo bianco lungo il torrente Borsacchio, nuclei e filari di roverella della fascia collinare, vegetazione delle sabbie litoranee, ecc… Tutti questi ambienti dovrebbero essere scrupolosamente conservati, anche come serbatoi di germoplasma per futuri, auspicabili interventi di rinaturazione di alvei e altri habitat del territorio comunale”.
Dietro la villa Mazzarosa fa ancora bella mostra di sé un altro importante cimelio, il casello ferroviario che fungeva da stazione per consentire al Senatore Devincenzi, Ministro del Regno d’Italia, un più facile e veloce collegamento con le sedi istituzionali e governative.
E bene ha fatto il Comitato Cittadino in favore della Riserva Naturale Borsacchio, durante gli incontri per il “Piano d’area della media e bassa Valle del Tordino”, a chiedere il ripristino di quel casello.
C’è infatti un treno che sembra fatto apposta per fermarsi davanti a quella “stazione storica”: il Treno della Valle, colorato, allegro e vacanziero, che collega l’Adriatico alla Valle del Sangro, e che porta turisti e scolaresche a visitare ed ammirare un campionario inestimabile di paesaggi abruzzesi (costieri, collinari, lacustri, boschivi e montani). Una fermata nel cuore della Riserva naturale Borsacchio potrebbe rendere ancora più mirabile la stupenda vetrina inserita nel percorso ecoturistico.
Questa ed altre richieste, e denunce, del Comitato, delle Associazioni ambientaliste e di alcuni Partiti politici, sono state poi recepite dalla Regione Abruzzo, che, ancora oggi, nell’illustrare al mondo intero le caratteristiche della nostra Riserva, così si esprime nel sito ufficiale:
“Tra il fiume Tordino e il fiume Vomano si estende il litorale di Roseto degli Abruzzi con uno sviluppo lineare di circa dieci chilometri. La spiaggia, bassa con sabbia finissima ha una pendenza debole.
Il fondale, con la media dell0 0,7% di pendenza nel tratto di mare tra Villa Rossi e Villa Mazzarosa, è interessata dal fenomeno dell’erosione.
Le scogliere artificiali aderenti, emergenti e soffolte, ma anche i pennelli trasversali non hanno risolto il problema, anzi sembra che i nuovi impianti antropici incidano sul delicato ambiente costiero.
Le cause dei processi erosivi, che provocano l’arretramento della linea di riva, sul litorale di Roseto, come in tutta la costa teramana, dipende in gran parte dalle conseguenze dell’attività estrattiva in alveo, sul Tordino e sul Vomano, un fenomeno che ha interessato quasi tutti i fiumi abruzzesi.
La necessità di conservare gli aspetti paesaggistici ed ambientali, con una strategia capace di affrontare in modo sostenibile la complessa problematica della conservazione del sistema costiero ha determinato la nascita di una nuova area protetta.
La Riserva Naturale Regionale del Borsacchio, istituita con Legge della Regione Abruzzo n. 6 dell’8 febbraio 2005 con il perimetro definitivamente approvato con Legge n. 34 del 1 ottobre 2007, tutela
formalmente l’incontaminata bellezza di un’area, quella del Borsacchio, con i suoi aspetti di integrità
della costa sabbiosa abruzzese e la presenza di dune embrionali di vegetazione alofita con tratti di
macchia mediterranea dove si riproducono e sostano rare specie di uccelli.
I confini della Riserva naturale regionale del Borsacchio comprendono un’area di 1100 ettari nei territori

comunali di Roseto degli Abruzzi e Giulianova. La riserva protegge uno dei rari tratti di costa e terreni rimasti ancora liberi dall’urbanizzazione incontrollata che ha trasformato in pochi decenni le tranquille coste del mare Adriatico in un ambiente completamente edificato e antropizzato.
Al di là dei progetti di lottizzazione edilizia che hanno caratterizzato alcune zone dell’area protetta, con numerose polemiche e divisioni all’interno della comunità rosetana e teramana, la riserva del Borsacchio è ancora un giardino fiorito da scoprire lentamente, ultimo baluardo di natura incontaminata in grado di resistere al triste fenomeno dell’avanzata incontrollata e scellerata del cemento che ha devastato la maggior parte del litorale adriatico.
E’ da più parti dimostrato che una costa ben tutelata rappresenta una vera risorsa naturale, da utilizzare sul piano culturale, sociale ed economico.
L’istituzione della Riserva naturale ha lo scopo di valorizzare e promuovere la bellezza naturale del Borsacchio per il sostegno all’economia turistica. Il nuovo modello di turismo responsabile prevede la valorizzazione durevole dell’ambiente, già sperimentata con successo in molte altre località italiane, ed economicamente vantaggiosa per il ritorno di immagine dell’imprenditoria turistica costiera. I benefici attesi sono previsti dalla stessa legge istitutiva finalizzata all’occupazione di disoccupati ed inoccupati. Obiettivo raggiungibile con i nuovi progetti di rete, su tutto il litorale adriatico, come il Corridoio verde, che riguarda il grande percorso nazionale ciclopedonale da Ravenna a Santa Maria di Leuca.
Per quanto riguarda invece una proposta operativa sul piano del turismo compatibile nell’area protetta di Roseto, si ricorda l’idea avanzata da più parti che prevede il ripristino e il recupero di un casello ferroviario posizionato a ridosso della storica villa Devincenzi, chiamata poi Mazzarosa. Il variopinto treno della valle che collega la costa adriatica alla valle del Sangro, potrebbe facilmente raggiungere “la stazione storica” di Roseto. Una fermata, nel cuore della Riserva, come cerniera di un nuovo percorso ecoturistico, per il futuro collegamento tra le aree protette teramane e il Parco della Costa Teatina”.
La mission della Riserva naturale Borsacchio, condivisa dalla Regione Abruzzo, può quindi contare sulle peculiarità che ho cercato di riepilogare nei primi due articoli.
Anzitutto la malia di un lembo di costa in dolce declivio, sospeso tra i colori cangianti del mare e il verde dalle tante sfumature, che scivola dalle ondulanti colline, oltrepassa le dune e accarezza la battigia.
E poi i ricordi suggestivi del passato, testimoniati dai reperti del VI secolo ritrovati nei pressi di Cologna, dalla “Storia delle guerre” scritta nel 551 d.C. da Procopio di Cesarea, testimone oculare, dalla Riforma Amministrativa promossa nel 1806 – 1807 dal re di Napoli Giuseppe Bonaparte, che assegnò l’intera area Tordino – Borsacchio all’università di Montepagano, e dall’orma indelebile di Giuseppe Devincenzi (1814 – 1903), uno dei grandi protagonisti del Risorgimento italiano.
Ed è stato conseguenziale, per un gruppo di promotori, costituire il Comitato pro-Riserva Borsacchio, che insieme alle Associazioni ambientaliste ha consentito a quella fiammella, accesa dalla Legge istitutiva, di non spegnersi, ed anzi, di continuare ad ardere con nuovo vigore.
A questo punto una domanda viene spontanea: la nostra invidiabile Riserva può essere lasciata alla mercè dei politici e degli amministratori, in gran parte carenti culturalmente e quasi tutti inaffidabili?
Di questi personaggi si parlerà, prossimamente, nel terzo articolo che concluderà il trittico.
Intanto, giovedì 28 luglio 2011, si tornerà a dibattere, in II Commissione regionale, sulle proposte di legge che vogliono cancellare e cementificare l’area protetta del Borsacchio”.


25 Luglio 2011

Categoria : Turismo
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